Sanità

Infermiera britannica condannata per aver ucciso sette neonati

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Un’infermiera britannica è stata dichiarata colpevole venerdì della morte di sette neonati e del tentato omicidio di altri sei, secondo il dipartimento di polizia responsabile delle indagini, ponendo fine ad un caso, durato anni, che ha sconvolto l’Inghilterra.

 

L’infermiera, Lucy Letby, 33 anni, è stata accusata di aver ucciso sette bambini e di aver tentato di ucciderne altri 10 mentre lavorava presso l’ospedale Countess of Chester nella città di Chester, nell’Inghilterra nordoccidentale, tra giugno 2015 e giugno 2016.

 

La Letby stata accusata per la prima volta di 2020. Al suo processo, secondo i pubblici ministeri, la giuria non ha emesso verdetti su altri sei capi di imputazione per tentato omicidio. In alcuni casi, c’era più di un’imputazione relativo a un bambino; è stata dichiarata non colpevole per due accuse di tentato omicidio.

 

I verdetti di colpevolezza rendono la Letby la più prolifica serial killer di bambini nella storia britannica moderna. Nel corso del processo alla Corte di Manchester, iniziato a ottobre, i giurati hanno appreso che la Letby aveva danneggiato i bambini affidati alle sue cure in diversi modi, tra cui la sovralimentazione con latte e le iniezioni di aria e insulina. La condannata ha negato tali accuse.

 

I pubblici ministeri lo hanno definito un «caso orribile» e hanno affermato che la Letby aveva intenzione di uccidere i bambini mentre incolpava le cause naturali delle loro condizioni.

 

«Ha pervertito il suo apprendimento e ha utilizzato come arma il suo mestiere per infliggere danno, dolore e morte», ha detto uno dei pubblici ministeri, Pascale Jones, aggiungendo che sostanze innocue sono diventate letali nelle sue mani. «I suoi attacchi sono stati un completo tradimento della fiducia riposta in lei».

 

L’infermiera sarà definitivamente condannata lunedì, e si prevede che che trascorrerà il resto della sua vita in prigione con pochissime possibilità di rilascio, una pena riservata ai reati più gravi.

 

La Letby era stata trovata a causa del solito indizio lasciato dai serial killer sanitari (infermieri e dottori che uccidono i pazienti): statistiche che mostrano improvvise impennata dei numeri dei morti in reparto.

 

Un numero inaspettatamente elevato di decessi nell’unità neonatale del Countess of Chester Hospital ha portato a un’indagine nel 2016, dopo che i medici hanno faticato a trovare una spiegazione medica.

 

Una revisione indipendente pubblicata nel 2017 non ha trovato una spiegazione definitiva per l’aumento dei tassi di mortalità, ma il rapporto ha rilevato carenze significative nel personale, scarso processo decisionale nell’unità e un numero insufficiente di membri del personale senior.

 

Nel 2017, l’ospedale ha contattato il Cheshire Constabulary, il dipartimento di polizia responsabile dell’area, che ha avviato la propria indagine. Al culmine delle indagini, la polizia aveva 70 agenti e membri del personale civile che lavoravano al caso. Gli investigatori hanno raccolto circa 32.000 documenti e intervistato circa 2.000 persone come parte del caso , e la polizia l’ha definita un’indagine «come nessun’altra» per portata e complessità, scrive il New York Times.

 

Durante il processo di 10 mesi della Letby, la giuria ha ascoltato prove strazianti che l’accusa ha detto dimostravano che aveva deliberatamente danneggiato i bambini.

 

La Letby ha sostenuto la sua innocenza, tuttavia il suo caso aveva inorridito la Gran Bretagna per anni prima del processo, dopo che è stata accusata di 22 capi di imputazione in relazione alla morte e ai danni ai bambini.

 

Quando è iniziato il processo, i dettagli della morte dei bambini, i cui nomi non sono stati usati in tribunale, hanno dominato i titoli dei tabloid.

 

I pubblici ministeri hanno affermato di aver presentato prove che la Letby ha ucciso le sue vittime iniettando aria e insulina nei loro flussi sanguigni, infondendo aria nei loro tratti gastrointestinali e alimentandole forzatamente con latte o liquidi. Alcune vittime hanno mostrato segni di «trauma da impatto», hanno detto i magistrati.

 

Le prove chiave nel caso includevano cartelle cliniche che contenevano appunti falsificati fatti dalla Letby e orari del personale che mostravano che l’infermiera era «l’unico comune denominatore» in una serie di improvvisi problemi di salute e morti nell’unità.

 

La polizia ha anche raccolto gli appunti scritti a mano e le annotazioni del diario della Letby, che contenevano confessioni schiaccianti. Uno diceva: «Li ho uccisi apposta perché non sono abbastanza brava per prendermi cura di loro».

 

I casi di assassini seriali in corsia emergono sempre con maggior frequenza.

 

Come riportato da Renovatio 21, recentemente è stato prodotto un film per Netflix chiamato The Good Nurse, che racconta la vicenda di Charles Cullen, un infermiere americano che potrebbe aver ucciso 400 pazienti in 16 anni tra ospedali e case di cura dove lavorava.

 

Casi di medici e infermieri serial killer abbondano anche nelle cronache italiane. A differenza dei sanitari cosiddetti no-vax, alcuni accusati sono stati radiati dall’ordine professionale dopo anni.

 

La domanda da farsi subito non riguarda, tuttavia, quelli che sono stati presi: la questione è sapere quanti ce ne siano ancora oggi infiltrati nelle nostre strutture sanitarie, e quanto stiano uccidendo, senza che qualcuno se ne sia ancora accorto.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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