Persecuzioni

India esplosione in una scuola cattolica: arrestato un sospetto terrorista

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Nello Stato nordorientale sono aumentati di recente gli attentati dinamitardi, l’ultimo a un istituto religioso. A inizio maggio alcuni attacchi sono stati rivendicati dal National Revolutionary Front, un’organizzazione separatista di ispirazione socialista. Sit-in di protesta di studenti e insegnanti chiede maggiore sicurezza. 

Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato un uomo in relazione ai recenti attentati alla Little Flower School, istituto cattolico della città di Imphal, nel Manipur, Stato dell’India nordorientale: Thounaojam Rishi Luwangcha è stato preso in custodia dalle forze dell’ordine il 7 giugno.

 

I funzionari hanno confiscato una scorta di esplosivi, detonatori e fili che sarebbero presumibilmente stati utilizzati nelle esplosioni, ha dichiarato ai giornalisti K. Shivakanta Singh, sovrintendente della polizia di Imphal Ovest. Con il suo arresto la polizia ritiene di aver risolto i casi di attentati dinamitardi nel Manipur che si sono verificati il mese scorso.

 

Secondo le ricostruzioni un ordigno esplosivo improvvisato posizionato sul secondo cancello d’ingresso della scuola è esploso alle 3.09 di mattina del 5 giugno. Non si sono registrate vittime, solo alcune finestre sono state danneggiate.

 

Durante un interrogatorio preliminare, il 46enne sospettato ha dichiarato di essere stato pagato 30mila sterline per innescare l’esplosione, aggiungendo di essere coinvolto anche nei recenti attentati di Nagamapal e Khurai, due quartieri di Imphal.

 

Gli attacchi sono poi stati rivendicati dal National Revolutionary Front di Manipur, un’organizzazione separatista che fa capo a un autoproclamato governo in esilio in Bangladesh. Il gruppo armato dichiara di combattere per la creazione di uno Stato socialista nel Manipur.

 

Nell’ultimo mese le detonazioni sono diventate più frequenti, al punto che il primo ministro dello Stato, Biren Singh, ha convocato una riunione di gabinetto per discutere della questione. Il 30 maggio un uomo è morto e altri 4 sono rimasti feriti per un’esplosione nella città di Thoubal.

 

Il 6 giugno studenti e insegnanti della Little Flower School hanno tenuto un sit-in davanti alla scuola chiedendo un’istruzione libera dalla violenza: «Non meritiamo queste atrocità nella nostra scuola», ha raccontato Khomdram Sushanti, una studentessa dell’istituto.

 

Gli slogan sui cartelli dei manifestanti recitavano: «Fermate la violenza», “Permetteteci di crescere senza paura”, “Condanniamo l’attacco alla nostra scuola”, “Siamo i pilastri del futuro”.

La direttrice della scuola, suor Martha Kaini, ha commentato dicendo che è un peccato che “un simile incidente avvenga in una scuola che lavora per la crescita e lo sviluppo a tutto tondo degli studenti”. In un messaggio scritto, la religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha invitato genitori, ex studenti, e autisti dei pulmini a partecipare alla manifestazione: “Si chiede la vostra collaborazione per rendere le nostre istituzioni scolastiche libere e sicure”. Tutte le scuole della missione cattolica sono rimaste chiuse a Manipur il 7 giugno per esprimere solidarietà.

 

 

 

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Immagine screenshot da YouTube

 

 

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