Alimentazione

In arrivo la bistecca di tigre coltivata in laboratorio

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Una startup di carne coltivata in vitro, Primeval Foods ha in programma di portare sul mercato tutta una serie di carni esotiche, tra cui zebra, leone, elefante e tigre.

 

L’azienda ha già trovato un paio di ristoranti stellati Michelin a Londra per presentare in anteprima i suoi piatti. La carne di laboratorio, dice la startup, «ci consente di produrre cibo da qualsiasi specie senza le spese della natura e degli animali», il che consente loro di «esplorare ciò che c’è oltre la punta dell’iceberg».

 

La carne prodotta in laboratorio non prevede la caccia o l’uccisione dell’animale: essa è ottenuta grazie alla riproduzione artificiale di cellule e tessuti dell’animale senza che essi facciano parte di un corpo preciso. Tuttavia, almeno per il momento,, il processo si basa ancora su animali vivi, anche se in minima parte.

 

«Selezioniamo un piccolo campione di tessuto dagli animali selvatici più sani; nel frattempo, continuano a godersi la vita», afferma l’azienda.

 

Mentre i grandi felini hanno un «profilo di aminoacidi e proteine ​​​​unico», gli elefanti hanno più «grassezza nel loro tessuto muscolare», il che rende «un’esperienza umami eccezionale», secondo l’azienda. Umami è una parola giapponese indicante uno dei cinque gusti fondamentali che le cellule della bocca (dolce, aspro, amaro e salato).

 

«Attualmente stiamo lavorando su: la tigre siberiana, il leopardo, la pantera nera, la tigre del Bengala, il leone bianco, il leone e la zebra», ha detto al sito FoodNavigator Yilmaz Bora, società madre di Primeval Foods .

 

Primeval Foods non è l’unica azienda che cerca di allontanarsi dalla solita selezione di manzo e pollo nel mondo emergente della carne coltivata in laboratorio. C’è Orbillion Bio, per esempio, una startup che cerca di portare sul mercato salsicce di alce coltivate in laboratorio e persino sashimi Wagyu, cioè delle carni di manzo più pregiate al mondo, quelle delle mucche nipponiche.

 

Secondo la filosofia utilitarista che permea sempre meno segretamente l’intera nostra società, il consumo di una carne sintetica, anche se ottenuta da una specie in via d’estinzione è legittimo: l’utilitarismo, pensiero inventato dai britannici  nel XVIII secolo e poi passato al mondo con le sue derive (come, ad esempio, l’animalismo) prevede che a determinare la bontà di un’azione sia la quantità di piacere o di dolore che essa apporta alla società.

 

Con la carne sintetica vi è il piacere di gustare una pietanza (proibita) e al contempo nessun dolore animale, nessun danno ecosistemico, etc.

 

Di qui il lettore può capire quale domanda si pone immediatamente Renovatio 21: e allora, perché non consumare carne umana prodotta in vitro? Perché non le bistecche cannibali da laboratorio?

 

L’hamburger scientifico di essere umano è etico?

 

Se accettate la filosofia utilitarista la risposta è sì.

 

E di fatto, vi è già qualcuno che, un po’ per ischerzo un po’ no, ci sta pensando.

 

Tutti questi film di zombie e di vampiri, a cosa ci stanno preparando?

 

Il cannibalismo non è impossibile: lo sappiamo bene guardando alla Finestra di Overton, sulla quale si può fare proprio questo esempio.

 

 

 

È un’interpretazione intelligente della tendenza, soprattutto considerando che la maggior parte dei potenziali clienti dell’azienda non ha idea del sapore di quelle carni esotiche e , FoodNavigator rapporti .

 

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