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Impulsi ultrasonici al cervello dei topi li mandano in uno stato simile al letargo

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In un articolo sulla rivista Nature Metabolism ricercatori hanno rivelato di essere stati in grado di mandare i topi in uno stato simile al torpore prendendo di mira una parte specifica del cervello con brevi raffiche di ultrasuoni. Lo riporta il New York Times.

 

Non è chiaro esattamente perché gli ultrasuoni abbiano questo effetto, ma i risultati suggeriscono che lo studio dei circuiti neurali coinvolti nel torpore potrebbe rivelare modi per manipolare il metabolismo oltre il laboratorio.

 

I dispositivi a ultrasuoni, che generano onde sonore ad alta frequenza, sono meglio conosciuti per le loro capacità di imaging delle attività cerebrali, tuttavia sono utilizzati anche dai neuroscienziati per stimolare i neuroni.

 

Se sintonizzate correttamente, le onde sonore possono viaggiare in profondità nel cervello, sostiene Hong Chen, professoressa di ingegneria biomedica alla Washington University di St. Louis e autore del nuovo articolo.

 

Nel 2014, il professor William Tyler, ora all’Università dell’Alabama, Birmingham, e i suoi colleghi hanno applicato gli ultrasuoni a una regione sensoriale nel cervello e hanno scoperto che migliorava il senso del tatto di un soggetto. Un numero crescente di lavori sta esplorando gli ultrasuoni come trattamento per disturbi come la depressione e l’ansia.

 

Concentrandosi regione del cervello che regola la temperatura corporea nei roditori, la dottoressa Chen e i suoi colleghi hanno costruito minuscoli cappucci per topi ad ultrasuoni.

 

I dispositivi hanno sparato sei raffiche, ciascuna composta da 10 secondi di ultrasuoni, sull’area selezionata del cervello del roditore.

 

I topi, hanno notato i ricercatori, hanno smesso di muoversi. Le misurazioni della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e del metabolismo hanno mostrato un calo pronunciato. I topi sono rimasti in questo stato per circa un’ora dopo l’esplosione degli ultrasuoni, quindi sono tornati alla normalità.

 

Osservando più da vicino i neuroni coinvolti in questa risposta, i ricercatori hanno identificato una proteina nelle loro membrane cerebrali, TRPM2, che sembra essere sensibile agli ultrasuoni; quando i ricercatori hanno ridotto i livelli della proteina nei topi, i topi sono diventati resistenti agli effetti degli ultrasuoni.

 

In una delle parti più allettanti dello studio, i ricercatori hanno verificato se gli animali che in genere non sperimentano il letargo, i ratti, si comportassero in modo diverso quando la regione del cervello veniva stimolata con gli ultrasuoni. In effetti, sembravano rallentare e la loro temperatura corporea scendeva.

 

«Gli ultrasuoni potrebbero essere un modo per cambiare il metabolismo di animali più grandi senza storia di torpore, come gli umani?» si chiede il New York Times.

 

Gli scienziati sentiti dal quotidiano americano non danno risposta.

 

Tuttavia, possiamo immaginare l’uso di simili scoperte nella creazione di armi o, peggio, di strumenti per il controllo permanente della popolazione umana. L’uso di tecnologia biofisica è già realtà in diversi ambiti.

 

Come riportato da Renovatio 21, oltre agli ultrasuoni, abbiamo le microonde, le quali costituiscono la nuova frontiera delle armi militari. Armi di questo tipo sono in forza a vari eserciti e sono state utilizzate, a quanto venne riportato, nella repressione delle proteste australiane contro le restrizioni pandemiche.

 

Esiste già un ben strutturato pensiero di uso di armi ad energia per il controllo di manifestazioni, e vi sono video che ne fanno pubblicità esplicita.

 

Tre anni fa un gruppo di medici cinesi ha proposto di eseguire «riduzioni fetali» – cioè uccisione di bambini non nati ancora nel grembo materno – sempre tramite le microonde.

 

Nel maggio 2021 il Pentagono arrivò ad accusare la Russia di attaccare le truppe USA con armi a energia diretta.

 

 

 

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