Alimentazione

Immigrato clandestino africano arrestato: trasportava pipistrelli fritti

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Un immigrato clandestino africano è stato arrestato questa settimana dopo che la polizia tedesca ha scoperto che trasportava pipistrelli fritti e pesce non refrigerato. Le autorità che lo hanno tenuto in custodia hanno ordinato che fosse rimpatriato in Italia.

 

L’arresto è accaduto lo scorso lunedì mattina ad Aquisgrana, una città della Renania Settentrionale-Vestfalia al confine con il Belgio.

 

Una pattuglia della polizia federale tedesca ha fermato un furgone sospetto che era entrato dal Belgio e durante una perquisizione hanno trovato quasi 2.000 libbre di pesce e scatole di pipistrelli fritti conservati sotto i frutti di mare non refrigerati.

 

Il veterinario chiamato al fine di ispezionare il carico ne ha disposto immediatamente il sequestro. L’autista è stato quindi arrestato per mancanza di immatricolazione e assicurazione.

 

 

Le autorità hanno scoperto che si trattava di un cittadino della Costa d’Avorio di 31 anni, presente illegalmente in Germania e che guidava senza patente.

 

«È stato denunciato per infrazioni stradali e ingresso illegale. É inoltre in attesa di procedimento di illecito amministrativo per varie violazioni della legge contro l’igiene alimentare. L’ufficio competente della regione della città sta attualmente verificando se abbia violato anche la legge sulla protezione delle specie a causa del pipistrelli fritti», ha spiegato la polizia tedesca in un comunicato stampa.

 

L’ivoriano è stato presentato davanti a un tribunale di Aquisgrana, dove è stato deciso che sarebbe stato trattenuto in custodia cautelare e consegnato alle autorità della Repubblica Italiana, dove il trasportatore di chirotteri edibili sarebbe registrato come residente.

 

Le indagini sarebbero in corso, e il particolare carico alimentare è stato oggetto di un ordine di distruzione da parte delle autorità.

 

Il consumo di carne di pipistrello non è raro nelle zone rurali dell’Africa occidentale. «Il commercio di pipistrelli arrostiti e fritti sono ampiamente osservabili nei mercati» scrive un paper del 2015 compilato da alcuni scienziati per la rivista scientifica Emerging Infective Disease.

 

«I cacciatori delle comunità circostanti fornivano i pipistrelli più scambiati». I ricercatori arrivano a scrivere che il 45,6% degli individui sondati nella loro ricerca nelle campagne del Ghana aveva consumato carne di pipistrello.


«Dei 581 intervistati che hanno mangiato carne di pipistrello, 237 (40,8%) hanno preso i pipistrelli dalle caverne, 123 (21,1%) hanno catturato pipistrelli in allevamenti con posatoi per pipistrelli, 114 (19,6%) hanno acquistato pipistrelli dai mercati comunitari e 60 (10,3%) hanno comprato  pipistrelli dai ristoranti come parte dei pasti serviti. La maggior parte degli intervistati ha descritto gli animali consumati come “grandi pipistrelli”, suggerendo che la maggior parte erano pipistrelli della frutta (Pteropodidae)».

 

Come noto, i pipistrelli sono temuti per il loro potenziale zoonotico, cioè per la possibilità di trasmettere all’uomo patogeni –  la specie è nota per poterne ospitarne parecchi, senza che l’organismo si ammali.

 

All’inizio della pandemia si era speculato sulla possibilità che il virus potesse essere arrivato dai «mercati umidi» o dalla consumazione nei ristoranti di pipistrelli, che hanno il loro posto anche nella cucina cinese.

 

La teoria dello spillover, magari dalle usanze alimentari tradizionali siniche, tuttavia si dimostrò solo una cortina di fumo per coprire le responsabilità del biolaboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhano, lautamente finanziato dai dollaroni americani di Fauci e costruito (sic) dall’ex azienda del capo di Moderna.

 

 

 

 

 

 

 

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