Internet
Il vicepresidente eletto JD Vance: gli USA potrebbero ritirare il sostegno alla NATO se l’Unione Europea censurasse i social media
JD Vance, il vicepresidente eletto del partito repubblicano, ha avanzato l’audace suggerimento che gli Stati Uniti potrebbero riconsiderare il loro sostegno alla NATO se l’Unione Europea tentasse di regolamentare le piattaforme di social media statunitensi.
Questa affermazione è stata fatta durante la campagna elettorale, in un’intervista con il podcaster Shawn Ryan, in cui Vance ha raccontato un incidente che ha coinvolto un alto funzionario dell’UE che ha minacciato Elon Musk per aver permesso all’ex presidente Donald Trump di salire sulla piattaforma.
Vance ha evidenziato il netto contrasto tra i valori europei e americani, in particolare sulla questione della libertà di parola. «Il leader, non ricordo esattamente quale funzionario fosse all’interno dell’Unione Europea, ma ha inviato a Elon questa lettera minacciosa che sostanzialmente diceva, “Ti arresteremo se metti in evidenza Donald Trump” che, tra l’altro, è il probabile prossimo presidente degli Stati Uniti», ha riferito.
Vance si riferisce con probabilità a Thierry Breton, noto per le sue posizioni sul controllo di internet, che all’epoca era Commissario Europeo per il mercato interno prima che fosse allontanato dalla Commissione Ursula 2. Il Breton si era particolarmente infervorato per l’intervista che Musk fece a Trump tre mesi fa, al punto che la Commissione stessa prese le distanze dal francese.
In risposta al Breton, il Musk aveva promesso una «battaglia molto pubblica in tribunale», rivelando: «La Commissione Europea ha offerto a X un accordo segreto illegale: se avessimo censurato silenziosamente il discorso senza dirlo a nessuno, non ci avrebbero multato. Le altre piattaforme hanno accettato quell’accordo. X no».
Il vicepresidente eletto Vance sostiene che la partecipazione dell’America alla NATO dovrebbe essere subordinata al rispetto della libertà di parola da parte dell’alleanza, un valore fondamentale americano.
«Quindi, ciò che l’America dovrebbe dire è: se la NATO vuole che continuiamo a sostenerla e la NATO vuole che continuiamo a essere un buon partecipante a questa alleanza militare, perché non rispetti i valori americani e la libertà di parola?», ha chiesto Vance, criticando l’idea di sostenere un’alleanza militare che non rispetta la libertà di parola come «folle», insistendo sul fatto che il sostegno americano è subordinato a dei prerequisiti, come il rispetto della libertà di parola, in particolare tra gli alleati europei.
Vance forse non è a conoscenza (o finge di non esserlo) del fatto che proprio la NATO potrebbe essere dietro la grande ondata di censura sui social. Si tratta della tesi portata avanti dall’ex funzionario della prima amministrazione Trump Mike Benz, che ha scrupolosamente ricostruito le origini dell’impeto censorio abbattutosi sul mondo occidentale, indicando come possa essere una reazione della NATO dinanzi agli smacchi concatenati dell’annessione russa della Crimea, della Brexit e, infine, dell’elezione 2016 di Donald Trump.
Benz suggerisce quindi che ogni democrazia occidentale si trova sotto il military rule, la legge marziale, con un bavaglio imposto alla popolazione dai militari.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
Acquista la t-shirt