Economia

Il vicecancelliere tedesco ha «ridotto drasticamente» le docce

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Il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia Robert Habeck a fine giugno ha parlato con la rivista Der Spiegel della necessità per i cittadini tedeschi di farsi una doccia meno per superare la crisi energetica, che è peraltro aggravata dalla stessa sua politica.

 

Alla domanda di Der Spiegel sul «risparmio energetico nella nostra vita quotidiana», Habeck ha risposto dicendo di fare meno la doccia.

 

«Ho ridotto drasticamente il tempo che passo sotto la doccia , ma sono un pessimo esempio. Da ministro guadagno uno stipendio che gli altri possono solo sognare. In più torno a casa tardi, mi alzo alle 6 del mattino, ed esco di nuovo di casa entro le 7. Con un orario così non è necessario riscaldare d’inverno, per chi lavora da casa, per i pensionati con piccola pensione e per le famiglie è tutta un’altra storia».

 

La questione delle docce ridotte per i cittadini tedeschi era emersa anche mesi fa, con precise istruzioni date ai media per diminuire i consumi di acqua calda.

 

«Il mio omologo olandese di recente mi ha detto con orgoglio di aver lanciato una campagna volta a ridurre il tempo medio di doccia da 10 minuti a cinque. Ho dovuto ridere. Non non ho mai fatto la doccia per cinque minuti in vita mia. Faccio la doccia velocemente», ha dichiarato il ministro verde del governo detto «semaforico» di Olaf Scholzo.

 

In un’altra domanda sulla sua campagna di risparmio energetico, il ministro ha detto «non dobbiamo punirci completamente. Ma non possiamo nemmeno comportarci come se tutto andasse bene».

 

Il governo tedesco è entrato ufficialmente in emergenza energetica. Secondo l’Associazione Industriali della Baviera (VBW) il PIL tedesco segnerà un -12,7% in assenza del gas dalla Russia.

 

Descrivendo lo scenario peggiore, derivato chiusura del gasdotto russo-tedesco Nord Stream, nell’intervista a Der Spiegel, Habeck ha dichiarato che «le aziende dovranno cessare la loro produzione, i loro lavoratori saranno licenziati, le catene di approvvigionamento crolleranno; le persone dovranno indebitarsi per pagare le bollette del riscaldamento; le persone diventeranno sempre più povere e la frustrazione inghiottirà la nazione».

 

Tale scenario catastrofico è stato ripetuto, e portato avanti, anche in altre dichiarazioni del ministro, ribadite varie volte: quelle riguardanti possibili disordini civili quest’autunno, con le rivolte della popolazione stremata a causa del taglio del gas russo.

 

Incredibilmente, la politica di Habeck e del suo governo non sembrano far niente per evitare tutto questo.

 

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