Essere genitori

Il Tribunale contro una madre no-vax: «per i vaccini della figlia decida il padre»

Pubblicato

il

 

 

La IX sezione famiglia del Tribunale civile di Milano ha autorizzato un padre divorziato a «provvedere in autonomia, senza il consenso della madre» riguardo ai vaccini per la figlia 11enne.

 

Come riporta il Corriere della Sera, secondo il Tribunale la madre «contraria pure a tamponi e mascherine» avrebbe «posizioni oltranzistiche e negazionistiche, di grave pregiudizio per la salute della figlia minore» e quindi «la espone al rischio di contrarre gravi malattie»»

 

Il padre potrà quindi a far vaccinare la bimba con i sieri divenuti obbligatori con la legge Lorenzin e anche per quelli raccomandati (come l’antimeningococcica) nonché a fare i tamponi COVID e farle indossare la mascherina in ore scolastiche e laddove lo prevede la legge.

 

«A suo avviso il COVID sarebbe una influenza scarsamente letale, i vaccini sarebbero pericolosi ed efficaci solo all’1,1%, contrasterebbero addirittura con il codice di Norimberga per la sperimentazione medica su umani redatto nel 1947 nell’ambito del processo contro i crimini di guerra nazisti, e a raccomandarli non sarebbe la vera scienza ma solo una subcategoria “promossa dalla politica, dai media e dai multimiliardari che la controllano”, la stessa che gonfierebbe il numero dei morti e indebolirebbe il sistema immunitario imponendo la mascherina»

Infine, il padre allo scoccare dei 12 anni della piccola, potrà «valutare in autonomia, sempre senza l’accordo della madre, se sia necessario o anche solo opportuno somministrarle il vaccino anti COVID, visti gli approdi della scienza, le autorizzazioni degli enti regolatori, le norme di legge e le raccomandazioni del pediatra».

 

È interessante, nell’articolo del Corsera, l’accenno al decreto dove i giudici esaminano le tesi della madre.

 

«A suo avviso il COVID sarebbe una influenza scarsamente letale, i vaccini sarebbero pericolosi ed efficaci solo all’1,1%, contrasterebbero addirittura con il codice di Norimberga per la sperimentazione medica su umani redatto nel 1947 nell’ambito del processo contro i crimini di guerra nazisti, e a raccomandarli non sarebbe la vera scienza ma solo una subcategoria “promossa dalla politica, dai media e dai multimiliardari che la controllano”, la stessa che gonfierebbe il numero dei morti e indebolirebbe il sistema immunitario imponendo la mascherina» riassume il Corriere.

 

I giudici rispondono argomentando che le «obiezioni della madre alle vaccinazioni facoltative e ai tamponi sono frutto di opinioni personali, ispirate da soggetti non riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, in parte proposte in modo fuorviante, o basate su notizie non veritiere (come la posizione della Svezia sui tamponi)».

 

Il Tribunale, scrive il quotidiano,  ha quindi azionato contro la madre «la rara clausola della “lite temeraria”, 2.700 euro in aggiunta ai già 2.700 euro di spese legali», provvedendo «ammonirla a non ostacolare l’effettuazione di vaccinazioni e tamponi».

 

Nel racconto del giornale il padre si è spinto a «interessarsi più da vicino alla vita della figlia dopo essere uscito dall’alcolismo», mentre la madre condannata è stata «protagonista anche di una violazione del lockdown per portare la figlia nel ristorante di un amico con altri 10 no vax».

 

Le «obiezioni della madre alle vaccinazioni facoltative e ai tamponi sono frutto di opinioni personali, ispirate da soggetti non riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, in parte proposte in modo fuorviante, o basate su notizie non veritiere (come la posizione della Svezia sui tamponi)»

Come sa chi segue la battaglia per la libertà vaccinale, in rarissimi casi, una volta arrivati dal giudice, il genitore separato o divorziato antivaccinista si vede dare ragione: spesso la sentenza è a favore del genitore che vuole vaccinare, anzi può essere che l’antivaccinismo dell’ex coniuge sia usato come arma per indicare la sua inadeguatezza al ruolo di genitore.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Corriere mesi fa si occupò con una strana insistenza di un caso francese che vedeva al centro una madre in fuga con la sua bambina dopo aver «cominciato a frequentare i gruppi complottisti online aderendo alle tesi no-vax, all’idea che la rete 5G serva al controllo delle menti, e che il mondo sia governato da una setta satanista e pedofila come sostiene il movimento QAnon, fino a progettare quindi il rapimento della figlia»

 

L’identikit del mostro no-vax è sempre più chiaro, ed è ripetuto ad abundantiam ad ogni latitudine.

 

Funziona, anche fuori dai giornali, a quanto sembra.

 

Più popolari

Exit mobile version