Economia

Il tetto del prezzo del petrolio si sta ritorcendo contro l’Europa

Pubblicato

il

I prodotti petroliferi potrebbero aumentare di costo del 20-30% nei prossimi mesi, ora che l’Unione Europea ha concordato un prezzo massimo per i prodotti petroliferi russi, ha detto al quotidiano moscovita Izvestia l’analista finanziario russo Vladislav Antonov.

 

In precedenza, l’Europa acquistava prodotti petroliferi direttamente dalla Russia, ma ora dovrà farlo attraverso le raffinerie di petrolio in India, Cina e altri Paesi.

 

L’aumento dei vincoli logistici influenzerà in modo significativo i prezzi, ha sottolineato Antonov. Il 3 febbraio, l’UE ha fissato il prezzo massimo per i prodotti premium al greggio a 100 dollari al barile e il prezzo massimo per i prodotti discount al greggio a 45 dollari al barile.

 

D’ora in poi, l’Europa non solo sarà costretta ad acquistare prodotti petroliferi dai rivenditori a un prezzo più alto, ma potrebbe anche dover affrontare un deficit di diesel come carburante per motori, così come nafta come materiale per la raffinazione del petrolio e gas di petrolio liquefatto, dice Dmitrij Gusev, vicepresidente dell’associazione Reliable Partner che riunisce produttori e venditori di energia.

 

«Dato che le industrie europee si sono ridotte a causa della crisi energetica e di un rischio relativamente minore di deficit petrolifero, le forniture di GPL probabilmente proverranno dagli Stati Uniti, mentre le importazioni di diesel e nafta dall’India e dalla Cina causeranno un aumento dei prezzi e porranno rischi di carenza», dice Gusev.

 

A inizio conflitto la speculazione finanziaria sul petrolio aveva raddoppiato i volumi scambiati al Chicago Mercantile Exchange.

 

Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa era emerso il caso delle petroliere occidentali bloccate sul Bosforo a causa del limite al prezzo del petrolio imposto da Bruxelles – le petroliere russe, invece, navigavano senza problemi.

 

Paesi extraeuropei come Giappone e India avanzano tranquillamente in progetti congiunti con la Russia per l’estrazione di idrocarburi come nell’isola di Sakhalin.

 

La Slovacchia nel 2022 aveva rifiutato l’embargo al petrolio russo.

 

Facendo eco a plurime dichiarazioni del premier magiaro Viktor Orban, il capo di Rosneft, Igor Sechin, aveva dichiarato al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo 2022 che l’Europa stava commettendo un suicidio energetico: difficile dargli torto.

 

In settimana si era avuta notizia della previsione di aumento imminente aumento del prezzo del petrolio da parte della potente banca d’investimento USA Goldman Sachs.

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version