Geopolitica
Il terrorista al potere in Siria nega di nuovo la stretta di mano alla ministra tedesca
Il presidente siriano Ahmed Hussein al-Sharaa, già conosciuto come terrorista ricercato Abu Mohammad al-Julani, ha nuovamente negato al ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock la possibilità di stringere la mano durante il loro ultimo incontro a Damasco.
Un video dei colloqui di giovedì ha ripreso al-Sharaa mentre evita il contatto fisico con la ministra germanica indicandole semplicemente la sedia con la mano.
Come riportato da Renovatio 21, la scena si era previamente verificata durante il primo viaggio di Baerbock nella capitale siriana insieme al suo omologo francese Jean-Noel Barrot all’inizio di gennaio. All’epoca, l’al-Jolani strinse la mano al Barrot evitando esplicitamente di fare lo stesso con il massimo diplomatico tedesco, femmina, mettendogli invece la mano destra sul cuore.
La Baerbock aveva osservato all’epoca che il comportamento del nuovo leader siriano non la sorprendeva affatto, affermando che «mentre viaggiavo qui, mi era chiaro che ovviamente non ci sarebbero state strette di mano ordinarie».
‼️🇸🇾🇩🇪 Meanwhile #Europe, represented by Baerbock, is again humiliated by former terrorist Al-Julani. He again refused to shake hands with #Baerbock during a visit to Damascus. #Syria pic.twitter.com/baUzQBIhtR
— Maimunka News (@MaimunkaNews) March 21, 2025
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Lo Jolani è di fatto il governatore della Siria dalla caduta del presidente di lunga data Bashar Assad, avvenuta all’inizio di dicembre, in una situazione in cui il suo gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha svolto un ruolo chiave.
Il 42enne, nominato presidente ad interim a fine gennaio, è noto per il suo rifiuto di stringere la mano alle donne a causa delle sue idee islamiste intransigenti.
Baerbock ha anche riaperto l’ambasciata tedesca a Damasco, 13 anni dopo la sua chiusura avvenuta poco dopo lo scoppio del conflitto siriano, in cui Berlino e altre potenze occidentali sostenevano i militanti, spesso legati all’ISIS, che combattevano contro il governo di Assad.
All’inizio di questo mese sono scoppiati degli scontri nella zona costiera della Siria tra le nuove forze di sicurezza del Paese e le milizie locali, descritte dai media occidentali come fedeli ad Assad.
Almeno 1.300 persone, tra cui più di 800 civili, sarebbero state uccise nelle province di Latakia e Tartus. Le vittime erano per lo più cristiani e alawiti.
Gli alawiti, un gruppo etnico-religioso musulmano che celebra il Natale e mantiene altre tradizioni locali distintive, sono considerati negativamente dagli islamisti, che li ritengono apostati.
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Immagine screenshot da Twitter