Economia

Il sistema bancario statunitense è «fragile e incerto» e pronto per una nuova crisi: rapporto del ministero del Tesoro USA

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L’Office of Financial Research (OFR) ha appena pubblicato un rapporto che descrive il sistema bancario statunitense come “fragile e incerto” e maturo per un’altra crisi. Lo riporta il sito Wall Street On Parade.

 

L’OFR, spiega il sito, è «l’agenzia federale il cui mandato è quello di tenere informati i regolatori federali sulla reale condizione del sistema bancario statunitense».

 

Gli autori dell’articolo notano che il rapporto OFR è stato scritto dal ricercatore Peyton Young e dall’analista finanziario OFR Tom Doolittle che «in un paragrafo profondamente preoccupante, la coppia ha scritto: “Molte delle condizioni che hanno fatto precipitare la crisi bancaria del 2023 persistono. Le fair-value losses [perdite di valore equo, ndr] nei portafogli di titoli bancari sono ancora ingenti, i depositi continuano a diminuire, le azioni bancarie stanno sottoperformando e i tassi di interesse più elevati che hanno catalizzato la crisi bancaria non si sono attenuati e potrebbero addirittura aumentare ulteriormente».

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Le fair-value losses «sono spesso conosciute come “perdite non realizzate” che derivano dal calo di valore delle obbligazioni che si è verificato quando i tassi di interesse sono aumentati, per gentile concessione della FED.

 

«Nel secondo trimestre del 2023, le perdite di valore equo sui titoli delle banche ammontavano a 558 miliardi di dollari, uno sconto del 10% sul loro costo ammortizzato. Inoltre, l’aumento dei tassi a breve termine ha catalizzato continui deflussi di depositi dalle banche. Dal secondo trimestre del 2022, circa 1,3 trilioni di dollari di depositi – ovvero il 7% dei depositi totali – sono stati ritirati dai clienti, principalmente a causa di rendimenti più interessanti su altri investimenti come i fondi del mercato monetario».

 

Una nuova crisi, notiamo, potrebbe non essere sprecata.

 

Come già scritto più volte in passato da Renovatio 21, il sistema bancario – e forse la stessa valuta del dollaro – potrebbe essere disintermediato dall’arrivo delle monte digitali di Stato, le CBDC, oramai imminente. Smaterializzando il danaro, divenuto software, e appoggiandolo su una piattaforma elettronica governativa, la necessità delle banche (quantomeno quelle di investimento) verrà meno.

 

Tutto ciò che sta accadendo nel settore bancario, e in quello delle criptovalute, potrebbe indicare che questa è la destinazione ultima degli eventi in corso.

 

Il collasso serve al fine preciso della vostra prossima schiavitù bioelettronica.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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