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Il presidente svizzero dice a Scholz che non darà armi all’Ucraina

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Il presidente svizzero Alain Berset ha rifiutato di cedere alla richiesta tedesca di riesportazione di armi svizzere in Ucraina, in un incontro a Berlino il 18 aprile. Lo riporta EIRN.

 

Anche Spagna e Danimarca avevano chiesto che le armi di fabbricazione svizzera fossero riesportate a Kiev.

 

Berset ha spiegato che la neutralità significa che la Svizzera non sostiene militarmente nessuna parte nei conflitti.  «Non ci si può chiedere di infrangere le nostre stesse leggi».

 

Berset ha aggiunto che neutralità non significa indifferenza. «Mantenere la neutralità significa anche credibilità. La comunità internazionale deve unire le forze a beneficio del popolo ucraino», ha affermato.

 

Si tratta del terzo schiaffo in una settimana per Scholz e Baerbock, commenta il settimanale tedesco Focus. «Se si sommano il futile tentativo del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock di trascinare la Cina verso le posizioni dell’Occidente nella guerra in Ucraina, il tentativo del cancelliere tedesco e del suo ministro dell’Economia Robert Habeck di fare lo stesso in Brasile, e l’attuale flop di Scholz con la Svizzera, si ottiene una tripletta. Gli altri semplicemente non vogliono quello che vuole la Germania».

 

La Svizzera era intervenuta a maggio 2022 per fermare la riesportazione in Ucraina di munizioni prodotte nella Confederazione. Tuttavia, visto l’allineamento di Berna con l’Occidente, fa il ministero degli Esteri russo aveva fatto sapere di non considerare più la Svizzera come neutrale.

 

Come riportato da Renovatio 21gli affari tra Berna e Mosca sembravano tuttavia aumentati, probabilmente per via di maneggi dell’export delle Nazioni che hanno attivato le  sanzioni che stanno uccidendo le loro stesse economie, penalizzando incredibilmente i loro stessi imprenditori.

 

Si sono registrate nella Confederazione molte voci dissidenti rispetto alla narrativa NATO del conflitto in corso. Il consigliere federale delle finanze elvetico Ulrich «Ueli» Maurer aveva dichiarato che il conflitto in Ucraina potrebbe degenerare in una «guerra nucleare in Europa». Vi è stato poi un membro dell’Intelligence svizzera ha invitato a «non sottovalutare Putin» perché «farà quel che dice».

 

La Svizzera aveva inoltre rifiutato la rivendicazione di Zelens’kyj sui beni russi confiscati. Lo scorso dicembre, tuttavia, il ministero dell’Economia svizzero ha annunciato di aver congelato beni russi per un valore di 7,94 miliardi di dollari (7,5 miliardi di franchi svizzeri).

 

 

 

 

 

 

Immagine di VBS/DDPS via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)

 

 

 

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