Nucleare
Il Pentagono rifiuta di escludere le armi nucleari per l’Ucraina: «la decisione spetta al presidente Trump»
La decisione finale se fornire o meno armi nucleari all’Ucraina spetta al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e la possibilità di una mossa del genere non è stata esclusa, ha affermato il capo del Pentagono Pete Hegseth in un’intervista alla tesata statunitense Breitbart pubblicata giovedì.
La questione è stata sollevata dal leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che ha sostenuto che l’Ucraina deve essere inserita nella NATO in modo rapido o ricevere più armi come garanzia di sicurezza in caso di un potenziale accordo di pace. Hegseth ha descritto le ambizioni di Kiev di recuperare i suoi confini del 2014 come «irrealistiche», affermando che l’Ucraina dovrebbe prepararsi per una pace negoziata, potenzialmente supportata da truppe internazionali.
Il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha chiarito che le sue osservazioni non devono essere interpretate come ultimatum, ma che riflettono «realismo» e che in ultima analisi spetta a Trump decidere sulla questione.
«Non sono io quello che dichiara una linea rossa o meno. Lavoro con il presidente, mentre lavoriamo su queste questioni, ma abbiamo creduto che fosse utile semplicemente dire un po’ di realtà nella conversazione», ha detto il neosegretario. «Alla fine, il presidente Trump è l’unico che determinerà se c’è margine di manovra o movimento su una posizione particolare».
Venerdì Trump ha appoggiato le dichiarazioni del suo segretario alla Difesa, secondo cui Kiev deve accettare la realtà: il ritorno ai confini precedenti al 2014 non è fattibile e la sua adesione alla NATO è fuori discussione.
Il presidente degli Stati Uniti ha ripetutamente attribuito la causa del conflitto in Ucraina al sostegno del suo predecessore Joe Biden alle ambizioni NATO di Kiev, sostenendo che le ostilità non sarebbero mai scoppiate sotto la sua guida, ribadendo questa opinione dopo una lunga conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin mercoledì, che ha segnato il primo contatto confermato tra i leader del paese dall’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022.
Zelens’kyj, che Trump ha chiamato lo stesso giorno, dopo il suo colloquio con Putin, ha poi detto ai giornalisti che «non era piacevole» che Kiev non fosse stata contattata per prima, purtuttavia descrivendo la sua conversazione con Trump come una «discussione davvero buona».
Lo Hegseth ha respinto le affermazioni secondo cui l’impegno di Trump con la Russia sarebbe stato un segno di debolezza. «Il motivo per cui Vladimir Putin e Zelensky sono al tavolo è dovuto alla forza del presidente Trump, alla forza americana», ha affermato il capo del Pentagono, notando «non è successo sotto Joe Biden. Non è successo per anni».
Il presidente degli Stati Uniti ha affermato di comprendere le preoccupazioni della Russia in merito all’adesione dell’Ucraina alla NATO e che Kiev non entrerebbe a far parte del blocco in base a nessun accordo.
Mosca ha anche condannato fermamente le recenti dichiarazioni dello Zelens’kyj sull’ottenimento di armi nucleari, con la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha avvertito che tale retorica lo espone come «un maniaco, che considera il pianeta come un oggetto per i suoi malati deliri».
Come riportato da Renovatio 21, il segretario Hegseth in visita in Polonia la scorsa settimana ha dichiarato di volere più truppe USA nel Paese, che è confinante con l’Ucraina.
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Immagine da Twitter
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