Geopolitica

Il Parlamento messicano respinge la proposta di far intervenire Zelens’kyj in una sessione plenaria

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Il Comitato di coordinamento politico del Parlamento messicano, guidato dal parlamentare Mario Delgado Carrillo del partito al governo Morena, ha respinto ieri la proposta presentata dal parlamentare del Partito di Azione Popolare PAN Santiago Creel Miranda di far intervenire il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj in una sessione plenaria di entrambe le camere del Parlamento messicano.

 

Creel aveva sostenuto che Zelens’kyj aveva parlato ai Parlamenti di molti Paesi europei e persino a una sessione congiunta del Congresso negli Stati Uniti. Il Congresso messicano apparentemente non ne è rimasto colpito.

 

A Creel è stato detto che le implicazioni diplomatiche internazionali di una tale presentazione avrebbero dovuto essere studiate in profondità prima che potesse essere approvata, e gli hanno suggerito di discutere ulteriormente la questione con l’ambasciatore del Messico presso le Nazioni Unite, cosa che i media politici in Messico hanno considerato un modo di liquidare la lezione non gentilissimo.

 

I membri del Parlamento messicano hanno aggiunto che, se Zelens’kyj fosse autorizzato a parlare, lo stesso dovrebbe essere consentito ad altri Paesi in una situazione simile, sia oggi che in passato.

 

Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, interrogato sulla possibilità di un discorso di Zelens’kyj qualche giorno fa, aveva dichiarato di non avere problemi con il discorso dell’ucraino, così come non si sarebbe opposto ai discorsi del «presidente della Russia e del Presidente della Cina e qualsiasi Presidente».

 

Come riportato da Renovatio 21, durante la recente riunione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA)  a Lima, in Perù, nove Nazioni del’America Latina non hanno votato per approvare una risoluzione presentata dal Guatemala che condanna «l’invasione illegale e ingiustificata dell’Ucraina da parte della Russia». Tra coloro che non hanno votato c’erano i «tre grandi» – Argentina, Brasile e Messico – più Bolivia, Honduras, Dominica, Nicaragua, El Salvador e Saint Vincent e Grenadine.

 

Tre mesi fa la parlamentare messicana Yeidckol Polevnsky Gurwitz, un’altra schietta leader nel partito Morena del presidente López Obrador, ha concluso il suo discorso del 3 agosto a sostegno del candidato del governo come ambasciatore in Russia, con un breve ma fervente appello per una campagna per lo scioglimento della NATO. «Tutti quelli qui che parlano di pace e di tante cose, perché non si sono espressi contro la NATO? Perché la NATO avrebbe dovuto cessare di esistere con lo scioglimento del Patto di Varsavia!» ha dichiarato la parlamentare.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo «Zoom tour» mondiale di Zelensw’kyj, che alterna Parlamenti nazionali a eventi mondani come premi cinematografici, serate di gala e festival musicali, non sempre è andato benissimo.

 

In Israele, la Knesset, il Parlamento dello Stato ebraico, lo ha accolto con freddezza.

 

Il Kenya ha rifiutato la richiesta di Zelens’kyj di rivolgersi al Parlamento di Addis Abbeba.

 

In Grecia vi sono state veementi polemiche perché dopo il suo discorso lo Zelens’kyj ha pensato bene di far parlare un militante Azov mariupolitano di origine greca. L’opposizione di Tsipras e non solo ha protestato: dissero che di fatto il Parlamento greco stava dando una piattaforma un un neonazista. È stato riportato che l’uomo in questione, conosciuto solo come Mikhail, è poi morto in battaglia, mentre la sostanziosa comunità greca di Mariupol’, che egli doveva rappresentare dinnanzi agli eletti ellenici, ha parlato di atrocità delle milizie estremiste ucraine.

 

 

 

 

 

Immagine di EneasMx via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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