Immigrazione

Il Papa con l’assassino del prete francese (già presunto incendiario della cattedrale di Nantes)

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La foto l’ha tirata fuori il giornalista francese Arnaud Bédeat.

 

Vaticano, 2016, Sala Paolo VI, udienza del mercoledì.  Bergoglio, accompagnato dal vicecomandante delle guardie svizzere Philippe Morad, stringe le mani di un giovane di colore, che bizzarramente si avvicina al papa con alle orecchie delle cuffiette colorate.

 

Niente di che: ci sono migliaia di foto come questa, che hanno una valenza politica, strategica. I selfie del Bergoglio con gli immigrati africani, infatti, servono – come la distribuzione gratuita degli smartphone agli immigrati operata dalle ONG – a spingere ancora più africani verso le coste europee. Se avete dubbi a riguardo ci dispiace per voi.

 

 

Il caso vuole però che l’uomo  del Ruanda che compare nella foto papale divenga famoso qualche anno più tardi. Nel 2020, il quarantenne Emmanuel Abayisenga viene sospettato di aver dato fuoco alla cattedrale della città francese di Nantes. Si tratta, peraltro, dell’ennesima chiesa francese che prende fuoco in questi anni – ricorderete tutti il pazzesco rogo di Notre Dame due anni fa…

 

Fu messo in carcere per alcuni mesi per «distruzione e danneggiamento da incendio». A giugno è stato liberato, rimanendo sotto controllo del tribunale in attesa del processo.

 

La verità è giocoforza proibita in un mondo dove perfino il papa è un propalatore della menzogna

Il giovane richiedente asilo quindi trovò sulla sua strada la compassione di un sacerdote, Padre Olivier  Maire, sessant’anni, che lo accoglie nella comunità missionari monfortani di Saint-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea – una regione non privo di particolari echi per quel mondo cattolico che ancora conserva la memoria…

 

Ieri la notizia: padre Olivier è stato ucciso. L’assassino sarebbe Abayisenga, che dopo l’omicidio si sarebbe consegnato alla polizia.

 

Qualche fonte sostiene che il sacerdote sia stato picchiato fino a morire. Le autorità fanno sapere che non tratteranno la cosa come un atto di terrorismo. In fondo, Abayisenga era cattolico…

 

Abbiamo scritto qualche giorno fa del caso del cantante Morrisey, che ha voluto scrivere della canzoni sul massacro di Manchester al concerto di Ariana Grande di qualche anno fa: un massacro perpetrato materialmente dalle politiche migratorie in atto.

 

Il terrorista suicida del Manchester Arena Salman Abedi, infatti, era arrivato tramite la Libia come richiedente asilo. Il disco, che si intitola «il falò degli adolescenti», non trova etichetta discografica che lo voglia distribuire. La verità che enuncia è davvero semplice. Immigrazione uguale caos. Immigrazione uguale morte. Forse per questa sua estrema semplicità, tale verità è proibita.

 

Come nel caso del ruandese che incendia la cattedrale e uccide il sacerdote che lo ha accolto.

 

Sì, la verità è giocoforza proibita in un mondo dove perfino il papa è un propalatore della menzogna.

 

È evidente che vi considera un gregge di ovini che può vendere affinché ne si divorino le carni, oppure li si può anche lasciare così come sono, abbandonati a qualche belva che sbrana le pecore a volte senza nemmeno una vera ragione – come fanno spesso i lupi

La foto con l’incendiario assassino non è un caso: chissà quanti altri selfie ha fatto con immigrati poi finiti a spacciare, uccidere, accoltellarsi. E, per cortesia, non tirateci fuori la storia di Gesù che mangiava con pubblicani e prostitute: perché Gesù li convertiva, mentre il suo attuale vicario in terra della loro conversione non interessa nulla.

 

Il papa influencer dell’immigrazione globale – leggi del piano Kalergi, la grande sostituzione etnico-religiosa in atto – toccherà altre volte questi piccoli scandali, ma, come in questo caso, non se curerà più di tanto. Del resto ha con evidenza un ruolino di marcia da rispettare.

 

Certo, c’è l’immigrazione, divenuta il vero monoteismo cui è votato: presente in ogni omelia, Angelus, intervista in aereo. Un’ossessione, una pubblicità più martellante dei pre-roll di Youtube. Migranti, migranti, migranti…

 

Ma ora c’è anche l’altra grande menzogna apocalittica da propalare, quella dei vaccini. Ecco il papa che annuncia di avere il green pass: i bar che frequenta in territorio italiano – sono tantissimi – tirano un sospiro di sollievo, anche i ristoranti, le pizzerie, le discoteche dove i papi amano intrattenersi, magari anche qualche night club di Via Veneto, per non parlare della gelateria al Pantheon, la libreria sotto via del Corso, le piscine comunali di Ostia.

 

Un re che vive in uno Stato straniero adotta la marchiatura pretesa sui cittadini italiani: non solo, i Musei Vaticani, che sono enti in territorio straniero, mettono il green pass come conditio sine qua non per entrare a rimirare i loro tesori. Se non hai il marchio digital-vaccinale, scordati di guardare gli affreschi della Cappella Sistina. E non dimentichiamo che il primo, e forse pure unico, volo di persone totalmente vaccinate (con sieri prodotti tramite linee cellulari di feto abortito) lo ha organizzato il Papa, pretendendo di avere solo giornalisti siringati nel suo aereo per l’Iraq.

 

Ora, a dire il vero, non siamo sicuri che un africano che dà fuoco alla cattedrale e uccide di botte il sacerdote che lo ha accolto sia l’uomo che in questi anni ha fatto più danno  alla Chiesa cattolica

È evidente che vi considera scemi. È evidente che vi considera carne da macello per la propaganda più abietta, quasi come un pubblicitario degli anni Cinquanta.

 

È evidente che vi considera un gregge di ovini che può vendere affinché ne si divorino le carni, oppure li si può anche lasciare così come sono, abbandonati a qualche belva che sbrana le pecore a volte senza nemmeno una vera ragione – come fanno spesso i lupi.

 

Per questo, a Bergoglio non gli interessa neanche poi tanto se scopre di essersi fatto fotografare con un lupo.

 

Ora, a dire il vero, non siamo sicuri che un africano che dà fuoco alla cattedrale e uccide di botte il sacerdote che lo ha accolto sia l’uomo che in questi anni ha fatto più danno  alla Chiesa cattolica.

 

 

 

 

 

 

Immagine da Twitter @ArnaudBedat

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