Intelligence

Il nonno del nuovo capo dei servizi segreti britannici MI6 era un «macellaio» nazista ucraino

Pubblicato

il

Il nonno di Blaise Metreweli, la donna destinata a diventare la prima donna a guidare il servizio di intelligence estero del Regno Unito (MI6), era un collaborazionista nazista che supervisionò le atrocità nell’Ucraina occupata. Lo riporta il giornale britannico Daily Mail.

 

Il padre della Metreweli, Constantine, ottenne la naturalizzazione a Hong Kong, sotto amministrazione britannica, nel 1966. All’epoca, la London Gazette lo identificò come Dobrowolski, noto come Constantine Metreweli, di nazionalità incerta.

 

In un articolo pubblicato giovedì, il Mail ha confermato che Constantine era figlio di un uomo ucraino di origine tedesco-polacca, anch’egli di nome Constantine, che lavorava per i nazisti ed era implicato nell’uccisione di massa di ebrei e in altre atrocità durante la seconda guerra mondiale.

Sostieni Renovatio 21

Il quotidiano ha affermato di aver esaminato «centinaia di pagine di documenti conservati negli archivi di Friburgo, in Germania, che descrivono nei dettagli la vita e i momenti straordinari – e sanguinosi – di Dobrowolski, degni di un thriller di spionaggio».

 

Secondo i documenti, Dobrowolski nacque in una famiglia di nobili proprietari terrieri in quella che oggi è la regione ucraina di Černigov. Dopo la Rivoluzione bolscevica, la tenuta fu saccheggiata con violenza, portando il giovane Costantino a diventare un feroce nemico delle nuove autorità.

 

L’uomo fu imprigionato nel 1926 per agitazione antisovietica e antisemita. Si unì agli occupanti tedeschi alla prima occasione nel 1941 e si guadagnò il soprannome di «Macellaio» per le sue azioni brutali. Si ritiene che sia stato ucciso nel 1943. Sua moglie, Barbara (nata Varvara Andreeva), sposò il georgiano David Metreweli nello Yorkshire nel 1947.

 

Il Mail ha affermato che il governo russo sta cercando di sfruttare la storia familiare della Metreweli per screditarne la nomina. Mentre i media russi hanno riportato l’annuncio della prima donna a capo dell’MI6 e i legami della sua famiglia con l’Ucraina e Hong Kong, i media britannici sembrano essere i primi a fare riferimento al collegamento con il nazismo.

 

«La signora Metreweli non può essere giudicata per le colpe di suo nonno», si leggeva nel giornale. «Una delle più formidabili agenti dell’intelligence del nostro Paese, ha servito il suo Paese con distinzione in pericolose operazioni per l’MI6 in Europa e Medio Oriente per due decenni».

 

 

Non si tratta del primo caso di dirigente di governo occidentale con tracce di ucronazismo nell’albero genealogico. Il caso più noto, è forse quello di Christa Freeland, ex vicepremier del Canada e alto dirigente del World Economic Forum di Davos.

 

Varie testate dicono che il nonno ucraino della Freeland lavorava per i nazisti. Era l’editore del giornale Krakivski Visti («Notizie su Cracovia») che nel 1943 pubblicò l’appello del Comitato Centrale Ucraino (UCC) affinché gli ucraini si unissero alla divisione Waffen-SS – e Hunka scrive di essersi unito sulla base delle istruzioni dell’UCC.

 

La Freeland da parlamentare canadese si era unita nel 2014 alla manifestazione di Piazza Maidan a Kiev che portarono al colpo di Stato. La Freeland ha poi dichiarato che suo nonno Mykhailo Khomiak (che avrebbe anglicizzato il suo nome in Michael Chomiak una volta emigrato in Canada) sapeva che i russi sarebbero arrivati ​​nel 1939, quindi ha pensato di andarsene per poter lavorare per un’Ucraina democratica. Tuttavia, l’alta dirigente WEF non menziona che il nonno era partito per il quartier generale nazista a Cracovia, dove fu assunto per dirigere il Krakivski Visti, la voce pubblica non ufficiale dell’UCC. Lavorò per il propagandista nazista Emil Gassner, che riferiva al famigerato governatore generale nazista in Polonia Hans Frank, poi giustiziato a Norimberga per i suoi crimini di guerra.

 

La rivista di nonno Freeland, si disse, non era inquadrabile esattamente come nazista, tuttavia usava le posizioni naziste per sostenere la resistenza antisovietica ucraina. Il 18 giugno 1941, quattro giorni prima dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica, il giornale pubblicò l’articolo «Il problema ebraico in Ucraina», dove si apprende che gli ebrei trasformano gli ucraini in alcolizzati, «hanno benedetto gli abitanti degli altipiani di Verkhovina con la sifilide e li hanno resi schiavi». Il pezzo «profetizzava» che «gli ebrei sarebbero stati schiacciati come un mucchio di vermi parassiti». Le liquidazioni di massa degli ebrei ucraini iniziarono 12 giorni dopo.

 

Molti altri articoli contro gli ebrei sarebbero stati scritti negli anni successivi.

Aiuta Renovatio 21

La Freeland, già fra gli architetti del congelamento dei conti correnti dei dissidenti durante la protesta dei camionisti anti-vaccino, da giovane ha viaggiato nell’Ucraina sovietica come studentessa, creando, secondo le cronache, qualche scompiglio. Tre anni fa vicepremier si era presentata ad una manifestazione filoucraina di piazza con una sciarpa rossonera tipica degli ucronazisti.

 

Ad una recente edizione del WEF a Davos, la Freeland in una tavola rotonda del World Economic Forum a Davos ha chiarito che guerra dell’Ucraina contro la Russia è necessaria per rilanciare l’economia globale.

 

Come riportato da Renovatio 21, i legami del nazionalismo integralista ucraino con la CIA e con i servizi segreti inglesi sono noti da decenni.

 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Paesi occidentali – come il Canada – diedero rifugio a migliaia di collaborazionisti nazisti ucraini. Molti di loro furono reclutati dalla CIA per partecipare a operazioni segrete contro l’Unione Sovietica, con una guerriglia nell’Ucraina occidentale che continuò fino agli anni Cinquanta. La principale figura del cosiddetto ucronazismo, Stepan Bandera, fu assassinato a Monaco di Baviera nel 1959; è ritenuto che gli esecutori fossero agenti KGB.

 

Nel 2023, i legislatori canadesi hanno tributato una standing ovation al veterano delle SS Yaroslav Hunka durante la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, dove l’ex collaboratore di Himmler è stato applaudito con una incredibile standing ovation, tra diplomatici stranieri (tra cui, molto controversamente, l’ambasciatore tedesco…). L’allora primo ministro Giustino Trudeau scaricò la responsabilità sul Parlamento, tuttavia l’invito al nazista vero e proprio sembrerebbe essere stato fatto dal governo Trudeau.

 

A Kiev, personaggi storici associati ai movimenti nazionalisti del tempo di guerra, inclusi criminali di guerra, sono stati onorati come eroi nazionali, senza che nessuno, nemmeno i diplomatici israeliani, avesse qualcosa da eccepire.

 

È stato riportato che anche Peter Daszak, il presidente della ONG legata al caso di Wuhano, Eco Health Alliance, avrebbe origini ucraine.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

 

 

Più popolari

Exit mobile version