Gender

Il neocardinale Radcliffe difende il suo scritto omotransessualista

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Il cardinale Timothy Radcliffe OP ha cercato di chiarire e difendere uno dei suoi scritti più controversi sull’omosessualità, in cui paragona l’attività omosessuale al dono di sé di Cristo, e ha aggiunto che la Chiesa ha bisogno di avere un principio più generale di «accoglienza» per le persone LGBT. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Intervistato dall’inviato a Roma del sito pro-life nordamericano Michael Haynes il giorno prima della sua creazione cardinalizia, il 7 dicembre, il cardinale Radcliffe ha risposto a una domanda su uno dei suoi passaggi più controversi .

 

Nel suo contributo al rapporto Anglican Pilling del 2013, il Radcliffe ha espresso il suo parere sull’attualità del «matrimonio» tra persone dello stesso sesso, paragonando l’attività omosessuale al «dono di sé» di Cristo. Il religioso aveva scritto che non tutti i matrimoni sono fertili e che dobbiamo evitare una comprensione «meccanica o semplicistica» della fertilità. Gesù «è la parola fertile di Dio. E sicuramente è nelle parole gentili e curative che ci offriamo a vicenda che tutti condividiamo la fertilità di quel momento più intimo».

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Proseguendo, il Radcliffo sembra paragonare positivamente l’attività omosessuale al dono di sé che Cristo fa nell’Eucaristia:

 

«Come tutto questo ha a che fare con la questione della sessualità gay? Non possiamo iniziare con la domanda se sia permessa o proibita! Dobbiamo chiederci cosa significhi e fino a che punto sia eucaristica. Certamente può essere generosa, vulnerabile, tenera, reciproca e non violenta. Quindi, in molti modi, penserei che possa essere espressione del dono di sé di Cristo. Possiamo anche vedere come possa essere espressione di fedeltà reciproca, una relazione di alleanza in cui due persone si legano l’una all’altra per sempre».

 

«E che dire della fertilità? (…) La fertilità biologica è inseparabile dalla fertilità della nostra reciproca tenerezza e compassione. E quindi questo potrebbe sembrare rimuovere un’obiezione al matrimonio gay. Non ne sono del tutto convinto, poiché mi sembra che la nostra tradizione sia incarnazionale, la parola che diventa carne corporea. E alcune relazioni eterosessuali possono essere accidentalmente sterili in questo senso, ma quelle omosessuali lo sono intrinsecamente».

 

«Possiamo anche vedere come l’omosessualità possa essere espressione di fedeltà reciproca, una relazione di patto in cui due persone si legano l’una all’altra per sempre. Ma la legislazione proposta per il “matrimonio gay” implica che non sia inteso come intrinsecamente unitivo, un diventare una sola carne. Ecco perché non viene proposta alcuna equivalenza né per la non consumazione, il diventare una sola carne, né per l’adulterio, che è la negazione di quel legame».

 

Queste parole dell’ex maestro dell’Ordine domenicano sono state nuovamente evidenziate da numerosi organi di informazione cattolici nelle ultime settimane, quando Bergoglio ha annunciato che il sacerdote sarebbe stato elevato al Collegio dei cardinali. L’attenzione è stata rivolta all’apparente paragone del Radcliffe tra l’attività omosessuale, che la Chiesa insegna essere disordinata in sé, e il dono puro e completo di sé di Cristo nell’Eucaristia.

 

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Interrogato dal vaticanista di LSN Michael Haynes, il porporato inglese ha dichiarato che il brano era stato frainteso.

 

La questione in questione, ha detto, riguardava «il matrimonio gay. E quello che dovevo considerare era se il modello di etica sessuale è il dono di sé di Cristo nell’Eucaristia, che è per sempre e apre un mondo completamente nuovo. Alla fine, ho deciso che quello era il punto».

 

Radcliffe si è lamentato del fatto che «pochissime persone hanno colto il punto di quello che stavo dicendo, ovvero perché non penso che si possano avere matrimoni gay, perché non sono aperti alla fertilità in quel modo». Poiché l’attività tra persone dello stesso sesso non è «generativa», questo significava che il «matrimonio gay» sarebbe impossibile, ha aggiunto il nuovo principe della Chiesa. «Ma ciò che accade spesso è che le persone si imbattono in una frase, la estrapolano dal suo contesto e poi cercano di trasformarla in un’arma. Ahimè, succede sempre».

 

Radcliffe era uno dei celebranti abituali delle cosidette «messe LGBT» tenute a Londra, note come «messe di Soho». Il suo curriculum è degno di nota per essere stato ampiamente permissivo nei confronti della causa LGBT e per essersi opposto ai precedenti documenti vaticani sull’argomento.

 

Poco prima che il Vaticano pubblicasse il suo documento del 2005 che riaffermava il divieto di ammettere uomini con «tendenze omosessuali» nei seminari, il Radcliffo si era opposto pubblicamente al divieto previsto. Scrivendo sul London Times, Radcliffe aveva sostenuto che «qualsiasi pregiudizio radicato contro gli altri, come l’omofobia o la misoginia, sarebbe motivo di rifiuto di un candidato al sacerdozio, ma non il suo orientamento sessuale».

 

Poi in un articolo per la testata The Tablet aveva scritto: «non ho dubbi che Dio chiami gli omosessuali al sacerdozio, e loro sono tra i sacerdoti più dedicati e impressionanti che abbia mai incontrato». Nel 2012, aveva difeso l’insegnamento della Chiesa secondo cui il «matrimonio» tra persone dello stesso sesso è impossibile, tuttavia aggiungendo che «questo non significa denigrare l’amore impegnato per le persone dello stesso sesso. Anche questo dovrebbe essere amato e sostenuto, motivo per cui i leader della chiesa stanno lentamente arrivando a sostenere le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il Dio dell’amore può essere presente in ogni vero amore».

 

Quando Haynes gli ha chiesto come potrebbe essere l’impegno cattolico nei confronti delle persone LGBT, il Radcliffe ha risposto che «in generale, la cosa principale che dobbiamo fare è dire “you are welcome“», cioè, in italiano «prego, non c’è di che».

 

Riferendosi alla sua celebrazione delle Messe di Soho, Radcliffe ha affermato che «proprio come quando le persone vengono a messa: se vengono a fare la comunione, persone sposate, non chiedo loro se sono fedeli. Non chiedo loro cosa fanno a letto».

 

Invece, ha commentato, «dico, “you are welcome“. Dipende da loro e dai loro confessori mentre affrontano Dio, è lì che vengono sollevate quelle domande. La nostra domanda è semplicemente di essere lì con loro, accogliendoli il più possibile».

 

Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa era emerso che il neocardinale Radcliffe accusava accusa i «soldi russi» per il rifiuto delle «benedizioni» omosessuali da parte dei vescovi africani.

 

Era stato notato all’epoca che il curriculum pro-LGBT del religioso era stato cancellato da Wikipedia.

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Immagine di Michael Haynes da LifesiteNewvia Twitter

 

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