Geopolitica

Il ministro della Difesa di Kiev sogna un esercito da un milione di uomini e un’offensiva del sud

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Il regime di Kiev ha dichiarato di star preparando di lanciare un’offensiva  da un milione di soldati con la quale vorrebbe riprendere la regione di Kherson nel sud del Paese.

 

Oleksyj Reznikov, ministro della Difesa del regime, ha affermato in un’intervista al Sunday Times di Londra che l’Ucraina sta ammassando un esercito di un milione di uomini per l’offensiva progettata.

 

«Comprendiamo che, politicamente, è molto necessario per il nostro Paese. Il presidente ha dato ordine al capo supremo militare di elaborare i piani. Dopodiché, lo staff generale sta facendo i compiti e dice che per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di XYZ», ha detto il ministro di Kiev. «Questo è il mio lavoro. Sto scrivendo lettere alle controparti nei Paesi partner, i generali parlano del perché abbiamo bisogno di questo tipo di armi e poi prendiamo le decisioni politiche».

 

Il Reznikov si è detto soddisfatto del supporto che l’Ucraina stava ricevendo dai partner della NATO, ma non del ritmo delle consegne: «abbiamo bisogno di più, rapidamente, per salvare la vita dei nostri soldati. Ogni giorno che aspettiamo gli obici, possiamo perdere un centinaio di soldati».

 

«Siamo persone del mondo libero e con un vero senso di giustizia e libertà. Ne abbiamo circa 700.000 nelle forze armate e quando si aggiungono la guardia nazionale, la polizia, la guardia di frontiera, siamo circa un milione di persone».

 

I soldati britannici stanno già addestrando due battaglioni di soldati ucraini in Inghilterra come parte dell’impegno del primo ministro uscente Boris Johnson di addestrare 10.000 soldati ogni 120 giorni.

 

Kiev non è preoccupata che l’imminente partenza del primo ministro possa far deragliare tale impegno, ha dichiarato Reznikov.

 

«Abbiamo guardato negli occhi dei nostri partner, ho un ottimo rapporto con il [Segretario alla Difesa] Ben Wallace e [il membro del Parlamento] James Heappey, il nostro Ministro degli Affari Esteri Dymtro Kuleba sta parlando con Liz Truss, ho visto molto a Londra di bandiere ucraine in tutti gli edifici ufficiali e anche negli edifici non ufficiali».

 

Come riportato da Renovatio 21, il ministro britannico Ben Wallace, noto mastino della NATO. Il Wallace fu snobbato dal presidente croato Zoran Milanovic quando passò per Zagabria agli inizi di febbraio.

 

Il sottosegretario alle Forze Armate James Heappey è noto invece per aver invitato a fine aprile l’Ucraina a bombardare il territorio russo.

 

Liz Truss è considerata come possibile successore di Johnson al 10 di Downing Street.

 

Reznikov, in pieno tour de force di PR, ha anche concesso un’intervista al Wall Street Journal, che ha dedicato principalmente alla richiesta di più armi.

 

«Dobbiamo rinfrescare i nostri plotoni e cambiarli e fare sostituzioni anche perché abbiamo anche molte perdite», ha detto. «Stiamo aspettando più armature, più armi dai nostri partner. Dobbiamo ricostruire alcune direzioni e rinfrescare le nostre fortificazioni e pianificare una nuova strategia operativa».

 

Il ministro di Kiev ha affermato che i lanciarazzi HIMARS che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina sono stati un «punto di svolta», consentendo all’Ucraina di prendere di mira le forze russe nella città nord-orientale di Izyum.

 

Nel pieno stile della bocca senza fondo degli ucraini per le armi, ha detto che «la guerra è triste… Abbiamo bisogno di di più. Ne abbiamo bisogno in fretta».

 

Come noto, molte delle armi occidentali regalate agli ucraini sono già finite al mercato nero o addirittura in zone con presenza del terrorismo internazionale, come Idlib in Siria.

 

«I russi stanno usando i loro MLRS, che possono arrivare a 120 km», ha detto Reznikov, riferendosi ai sistemi missilistici a lancio multiplo di fabbricazione russa. «Quindi dobbiamo avere qualcosa di un po’ più lungo: 150 [km]. Ci arriveremo».

 

Il regime di Kiev non richiede solo più armi, ma anche armi di portata sempre maggiore: il suo fine è lo scontro frontale con la Russia, nella speranza di massacri talmente cruenti da commuovere l’Occidente e spingerlo alla Terza Guerra Mondiale. Il copione è sempre lo stesso da mesi.

 

 

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