Economia
Il Fondo Monetario Internazionale dice che «il peggio deve ancora venire»
In preparazione all’incontro annuale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale di questa settimana a Washington, l’FMI ha pubblicato l’11 ottobre un suo rapporto sulla stabilità finanziaria globale.
Il documento, intitolato, «Navigating the High Inflation Environment» («navigare in un ambiente ad alta inflazione»), parla in modo piuttosto schietto: «Il peggio deve ancora venire e per molte persone il 2023 sembrerà una recessione». «L’ambiente globale è fragile con nuvole temporalesche all’orizzonte» scrive il paper. È necessaria, dicono è necessaria una «stretta monetaria aggressiva e anticipata».
I responsabili politici di tutto il mondo si trovano ad affrontare un «ambiente di stabilità finanziaria insolitamente difficile» in cui ulteriori shock «potrebbero innescare illiquidità del mercato, svendite disordinate o difficoltà», sottolinea il rapporto.
«Il prossimo anno sarà doloroso», ha detto sempre al canale statunitense CNBC Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI. «Ci sarà molto rallentamento e dolore economico».
Axel van Trotsenburg della Banca Mondiale è d’accordo. «Vediamo di nuovo aumentare la povertà estrema… Il numero di persone che vivono con 7 dollari… Questo è il 47% della popolazione mondiale in povertà. Quindi questo è molto chiaro, le persone stanno soffrendo», ha detto il van Trotsenburg a Geoff Cutmore della CNBC l’11 ottobre.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno il direttore del FMI Kristalina Georgieva aveva avvertito che la situazione economica causata dalle sanzioni alla Russia potrebbero provocare rivolte di massa. Sempre a inizio anno, prima della guerra, l’FMI aveva parlato nemmeno troppo velatamente di un crash economico in arrivo.
Tre mesi fa la Georgieva aveva parlato invece di una imminente crisi del debito globale.
Attualmente le crisi principali che sta affrontando a livello locale l’FMI sono quella dello Sri Lanka e del Pakistan.
È di un paio di anni fa la proposta del FMI di basare il credito bancario dei cittadini dipendentemente dai siti internet che visitano.
Immagine di Javier Ignacio Acuna Ditzel via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)