Economia

Il Fondo Monetario Internazionale dice che il debito USA non è sostenibile

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Il debito economico americana è divenuto ormai non più sostenibile. A lanciare l’allarme è il Fondo Monetario Internazionale (FMI).

 

Durante il meeting del 9-15 ottobre del FMI/Banca Mondiale a Marrakech, in Marocco, i funzionari del FMI hanno avvertito che gli Stati Uniti stanno accumulando un debito insostenibile oltre al debito federale, e si trovano nella peggiore situazione fiscale di qualsiasi nazione al mondo.

 

Le dichiarazioni, in particolare del consigliere economico del FMI e direttore del dipartimento di ricerca Pierre-Olivier Gourinchas nella sua conferenza stampa del 10 ottobre potrebbero ostacolare ulteriormente i negoziati sul bilancio al Congresso americano, fresco della defenestrazione dello speaker della Camera Kevin McCarthy ad opera di un pugno di trumpisti capitanati dal deputato floridiano Matt Gaetz.

 

Gourinchas ha affermato non solo che la situazione del debito degli Stati Uniti è precaria («il più preoccupante di tutti i Paesi del mondo»), ma che i default aziendali aumenteranno drammaticamente dal 2022 al 2023.

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Secondo i dati di S&P Global che quantificano ciò che ha affermato, i default aziendali nel 2023 ad agosto, e solo nel mese di agosto, sono stati i livelli più alti di qualsiasi altro anno dalla «Grande Recessione» del 2009. E per le carte di credito e i prestiti auto, i default sulle categorie subprime sono ora al 4-5%.

 

L’11 ottobre, il direttore degli affari fiscali del FMI, Vitor Gaspar, ha detto, citato da Business Insider India, che «con politiche invariate, le dinamiche del debito negli Stati Uniti sono molto sfavorevoli».

 

Dall’altro lato del libro mastro del FMI – le sue politiche – alle riunioni annuali sta spingendo l’idea che, a causa della mancanza di credito infrastrutturale in tutti i Paesi in via di sviluppo, le 17 principali banche multinazionali di sviluppo dovrebbero tutte aumentare i loro prestiti in rapporto al loro capitale di aumentando la loro leva debitoria, ma lo fanno solo per concedere prestiti a progetti «ecologicamente sostenibili».

 

Il FMI sta cercando di raccogliere impegni da parte delle banche di sviluppo per partecipare alla COP28 di Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre, e la Asian Development Bank ha già annunciato che adotterà la politica e aumenterà i suoi prestiti del 40% fino al 2030, ma solo per progetti per «salvare il pianeta».

 

Potrebbe essere stato con un occhio a questo schema del FMI che il governo russo ha denunciato in anticipo qualsiasi tentativo di promuovere un accordo alla COP28 per «eliminare gradualmente la produzione di combustibili fossili»; e lo stesso ha fatto il ministro delle Finanze brasiliano Fernando Haddad.

 

Crisi finanziaria, diktat climatici e eliminazione dei combustibili fossili sembrano correre in binari paralleli. Il loro incontro sarà il punto di collasso per molte società mondiali.

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 Immagine di Marek Slusarczyk via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
 

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