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Il compagno della Meloni dichiara che farebbe vedere alla figlia Peppa Pig con due mamme

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Dopo la sorella di Giorgia Meloni, è l’ora del compagno. Continuano le dichiarazioni di famigli della vincitrice delle elezioni che sembrano mostrare la prossimità del Meloni alla sensibilità moderna (diciamo così) sui temi bioetici.

 

Come riportato da Renovatio 21, in un’intervista post-elettorale a La Stampa, Arianna Meloni, 47enne sorella maggiore della probabile futura premier, aveva smentito seccamente l’idea che la capa di FdI sia contraria all’aborto.

 

«Hanno detto che Giorgia è contro la legge 194 sull’aborto, ma non è vero. Lei è dalla parte delle donne e dei diritti acquisiti. Chi l’ha accusata lo ha fatto per renderla ridicola ma ha perso perché mia sorella dimostrerà il suo valore e i suoi principi».

 

Ora sui temi etici si esprime anche il compagno della Meloni, Andrea Giambruno, giornalista TV che dal 2020 fa il conduttore, dopo anni di sole figure femminili, del TG Mediaset Studio Aperto.

 

Il Giambruno è stato intervistato dal Corriere della Sera.

 

«Non sono di sinistra, è solo che abbiamo opinioni divergenti su alcuni temi etici, come il suicidio assistito. Io penso che lo Stato debba riflettere se sia giusto che una persona possa morire a casa sua, coi familiari, o sia costretta ad andare a morire in Svizzera» dice il compagno della Meloni.

 

Poi, se mai ci fosse bisogno, una riconferma nettissima della posizione di Giorgia sull’aborto di Stato.

 

«Sull’aborto non c’è alcuna discussione: non troverà una riga in cui Giorgia contesta la 194. Sul resto, non si litiga, si parla e ognuno motiva la sua posizione».

 

A questo punto, il giornalista del Corriere fa una domanda sull’argomento che ha assillato PD e FdI ala fine di questa breve campagna elettorale.

 

«Lei farebbe vedere a Ginevra la puntata di Peppa Pig con due mamme?» chiede il quotidiano di Via Solferino.

 

Risposta: «posso anche fargliela vedere e, se dovesse chiedere perché ci sono due madri, glielo spiego. Però, una cosa è una scelta spiegata da un genitore, un’altra è far passare forzatamente un concetto».

 

È da notare che, in una curiosa sincronia, un certo avvicinamento alle coppie omosessuali è avvertibile non solo nella destra, ma perfino nella curia.

 

In un’intervista sempre al Corriere della Sera il cardinale Ruini, un uomo che sulla stampa passa per «conservatore», ha dichiarato che «le unioni civili dovrebbero essere differenziate realmente, e non solo a parole, dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. Devono essere unioni non matrimoni», esternando così la piena accettazione, sua e financo di tutta la curia, alla legge Cirinnà.

 

Tornando ai Melonis, infine, ammettiamo che, in generale, dall’intervista parrebbe trattarsi di una bella coppia, una bella famiglia. Il problema è la devastazione biologica che sta intorno, e che nessuno sembra più aver intenzione di combattere.

 

 

 

 

 

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