Necrocultura

Il cimitero di Roma e i cadaveri squartati

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Lo scandalo scoppiato a Roma nelle ultime ore a proposito di ciò che è avvenuto al cimitero Flaminio tra gennaio e febbraio scorso è qualcosa di aberrante.

 

Nei video si vede un operaio dell’AMA in tuta arancione che sollevava la salma, un altro che la tiene stretta e un terzo che infila il colletto fra i resti del cadavere

Le telecamere piazzate dai Carabinieri del nucleo radiomobile all’interno del campo santo hanno ripreso alcuni dipendenti AMA Spa (il cui unico socio è il Comune di Roma). Parrebbero compiere il vilipendio di diversi cadaveri.

 

Nei video resi pubblici si vedono i membri del personale della municipalizzata capitolina intenti a fare a pezzi alcune salme per poi buttare le ossa rimanenti nell’ossario. 

 

L’essere umano viene disintegrato in ogni suo senso formale e materiale possibile, arrivando persino a sezionare un corpo umano privo di vita, un corpo che ovviamente non può difendersi, ma che rimane un’immagine dell’umanità, oltre che l’involucro mortale di quella che un tempo è stata una persona

Secondo quanto riporta Il Messaggero, prima testata a rendere nota questa sconvolgente vicenda, queste azioni sarebbero state compiute in accordo con alcune ditte di onoranze funebri con le quali AMA collabora. 

 

Nei video si vede un operaio dell’AMA in tuta arancione che sollevava la salma, un altro che la tiene stretta e un terzo che infila il coltello fra i resti del cadavere.

 

Questo meccanismo perverso sarebbe servito per arrotondare lo stipendio di alcuni dipendenti. Dopo 30 anni nel loculo, infatti, scade il tempo per la permanenza della bara; viene perciò condotta l’estumulazione della salma al fine di trasferire i resti nell’ossario comune.

 

Succede, però, in alcuni casi, che il corpo si conservi in buono o addirittura ottimo stato, e i parenti del defunto dovrebbero pagarne la cremazione obbligata.  

Profanare il corpo umano, distruggerlo, bruciarlo  dentro ad un forno, spazzarlo via in sfregio alla Vita e all’uomo inteso come Imago Dei, l’immagine di Dio

 

Secondo i PM, è proprio a motivo di ciò che le agenzie funebri, con la complicità di alcuni dipendenti dell’Ama interverrebbero con una proposta più economica: quella di devastare manualmente la salma.

 

Come potrete facilmente comprendere, ci troviamo dinanzi alla più inarrestabile ascesa della Cultura della Morte, che – incredibile dictu – non si contenta di prendersela con i vivi, ma perfino con i morti.

 

L’essere umano viene disintegrato in ogni suo senso formale e materiale possibile, arrivando persino a sezionare un corpo umano privo di vita, un corpo che ovviamente non può difendersi, ma che rimane un’immagine dell’umanità, oltre che l’involucro mortale di quella che un tempo è stata una persona, un figlio, un padre, una madre, un nonno.

Dopo essere stata vilipesa all’interno degli ospedali, dei laboratori e di tanti altri servizi pubblici, la dignità umana viene ora svergognata e fatta a brandelli (in tutti i sensi) anche all’interno dei cimiteri

 

Tutto avviene alla luce del sole e sotto il ricatto della cremazione di Stato obbligatoria, una pratica tanto cara alla massoneria che la Chiesa moderna ha ingurgitato senza colpo ferire grazie a Paolo VI. 

 

Non ci si può in effetti scandalizzare davanti allo scempio emerso a Roma senza rendersi altresì conto del fatto che la cremazione oggi tanto in voga ha lo stesso principio: profanare il corpo umano, distruggerlo, bruciarlo  dentro ad un forno, spazzarlo via in sfregio alla Vita e all’uomo inteso come Imago Dei, l’immagine di Dio.

 

Dopo essere stata vilipesa all’interno degli ospedali, dei laboratori e di tanti altri servizi pubblici, la dignità umana viene ora svergognata e fatta a brandelli (in tutti i sensi) anche all’interno dei cimiteri. 

 

Il rischio per i nostri cari e per noi stessi è di essere pugnalati ed umiliati perfino da morti.

Davanti a questa scena mostruosa non possiamo non sentire il richiamo: è tempo di dare battaglia alla Necrocultura. Davvero.

 

Il rischio per i nostri cari e per noi stessi è di essere pugnalati ed umiliati perfino da morti.

 

Cristiano Lugli

 

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