Economia
Il capo della Bosch si oppone all’embargo del gas russo
Continua lo shock del mondo produttivo tedesco per la prospettiva del taglio del gas proveniente dalla Russia.
La filiale della Germania sudoccidentale di IG Metall, il sindacato dei lavoratori metalmeccanici, ha già avvertito che senza le consegne di gas, le aziende devono interrompere la produzione.
Stefan Hartung, il capo del megagruppo di Stoccarda Bosch in un’intervista dell’8 aprile al quotidiano economico Handelsblatt ha asserito che la Germania non dovrebbe interrompere prematuramente l’acquisto di forniture di gas dalla Russia.
Le conseguenze della guerra in Ucraina si fanno sentire chiaramente anche nell’industria automobilistica tedesca. Mercedes-Benz ha già dovuto tagliare la produzione a Sindelfingen e in Porsche, la produzione della sua auto elettrica di lusso Taycan (quella decantata da Bill Gates in un’intervista lo scorso anno) è stata fortemente colpita.
Ciò è dovuto principalmente alla catena di approvvigionamento interrotta dall’Ucraina, che è uno dei principali fornitori di materie prime, come il cobalto, che vengono utilizzate nella produzione di batterie per auto elettriche.
Un arresto delle forniture di gas dalla Russia avrebbe potenzialmente conseguenze ancora più vaste.
«Abbiamo bisogno di gas per la produzione», ha detto il CEO di Bosch all’Handelsblatt. «La stessa Bosch copre il 20% del proprio fabbisogno energetico con il gas. Quindi non abbiamo bisogno di grandi quantità, ma alcuni dei nostri fornitori sì».
Bosch è il più grande fornitore mondiale di componenti per l’industria automobilistica, ma ha anche molte altre attività.
Poiché la Bosch finora non si è ritirata dalla Russia, la propaganda ucraina ha attaccato la Bosch, sostenendo che stesse producendo componenti di carri armati russi, cosa che Bosch ha negato con forza.
In caso di interruzione delle forniture di gas dalla Russia, la Bosch non sarebbe l’unica interessata. «Se la Germania abbandona unilateralmente le forniture di gas russe, gli elementi altamente rilevanti della catena di approvvigionamento si romperanno, e non solo Bosch», ha dichiarato l’Hartung.
«Sono quindi fermamente favorevole a non rinunciare per il momento alle forniture di gas».
Come ribadito sull’Handelsblatt, «In caso di congelamento della fornitura di gas, prevediamo un rapido arresto di tutta la produzione industriale… l’effetto andrebbe ben oltre l’interruzione causata dal coronavirus».
Come riportato da Renovatio 21, la Germania a inizio anno ha rischiato un blackout del gas, essenzialmente dovuto alla privatizzazione del settore.
La carenza di energia ha fatto sì che pochi giorni fa fosse paralizzata parte del traffico ferroviario del Paese.
Da rilevare anche uno strano attacco hacker che ha colpito settimane fa il sistema petrolifero tedesco.
La chiusura delle centrali nucleari decisa dalla Merkel, sull’onda di Fukushima e della pressione sempre maggiore dell’irresponsabile partito dei Gruenen (i «Verdi», che vogliono togliere la parola «Germania» dal manifesto del partito…), ha di fatto messo a rischio la locomotiva d’Europa.
Da due settimane proprio un ministro dei Verdi, il titolare del dicastero dell’Industria e della protezione del clima Robert Habeck ha dichiarato la fase di pre-allarme del piano nazionale di emergenza energetica. La Germania, come l’Italia, ha avviato la preparazione al razionamento energetico.
Come noto, la Germania lo scorso autunno e inverno ha lanciato una campagna di Pubblicità Progresso dove venivano ipotizzati blackout e interruzioni del riscaldamento.
La transizione ecologica fatta di energie rinnovabili è, al momento attuale, un fallimento: come riportato da Renovatio 21, in Germania non vi è nemmeno vento a sufficienza per far girare le pale eoliche.
Il ministro dell’economia della Baviera, Hubert Aiwanger, ha dichirato che la cessazione delle importazioni del gas russo stanno mettendo a rischio 220 mila posti di lavoro nel suo Land.
Quanto durerà anche in Germania questa follia ucraina, e questa follia suicida ecologica?
Immagine di DennisM2 via Flicker pubblicata su licenza CC0