Geopolitica

«Il battaglione Azov è una minaccia per i Paesi occidentali»

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Il sito di giornalismo di inchista The Intercept  il 30 giorno ha pubblicato un articolo intitolato «I combattenti stranieri in Ucraina potrebbero essere una bomba a orologeria per i loro Paesi d’origine».

 

Il pezzo colloca il sostegno americano al battaglione neonazista Azov nella lunga fila, che risale agli anni ’80 in Afghanistan, di terroristi globali che sono stati reclutati e addestrati da agenti dell’intelligence anglo-americana per combattere la Russia.

 

L’articolo  tratta dell’ala di combattenti stranieri del Battaglione Azov, la «Divisione Misantropica». Il suo scopo non è smascherare Azov, ma aumentare la minaccia dei neonazisti ai Paesi della NATO.

 

«I criminali radicali di tutto il mondo che aderiscono all’ideologia sangue e suolo delle sottoculture neonaziste come la Divisione Misantropica, hanno un’opportunità molto reale di viaggiare in Ucraina, ricevere addestramento militare e partecipare a un intenso conflitto armato contro un nemico tecnologicamente avanzato», scrive The Intercept.

 

«Se sopravvivono, la loro esperienza di combattimento potrebbe dare loro la fiducia e la capacità di compiere atti di violenza politica nei loro paesi d’origine. Questo è chiaramente motivo di preoccupazione in un momento in cui gli episodi di crimini ispirati dall’odio e terrorismo interno sono in aumento».

 

L’articolo si iscrive nel filone di preoccupazioni partite un mese fa quando il sito americano di sinistra The Grayzone ha pubblicato un articolo in cui dava conto di un documento della Homeland Security (il Dipartimento per la sicurezza interna) in cui si discuteva della possibilità che combattenti americani radicali (e ulteriormente radicalizzati al fronte russo-ucraino) potessero portare poi il caos una volta tornati a casa, ancora più imbottiti di ideologia estremista militante.

 

L’articolo riprendeva casi raccapriccianti di veterani americani che combattono in ucraina, tra stragi, omicidi e torture di crudeltà inarrivabile.

 

Bizzarramente, uno di questi statunitensi ora impiegati da Kiev in guerra era già ricercato dall’FBI per omicidi in USA, ma a quanto sembra le richieste di estradizione da parte di Washington sul regime Zelens’kyj non hanno sortito, per qualche ragione, un grande effetto.

 

Come riportato da Renovatio 21, la storia del supporto offerto dagli USA all’ucranazismo è molto risalente, secondo alcuni iniziata addirittura nel 1953, se non ancora prima.

 

Il battaglione Azov, entrato a far parte ufficialmente dell’esercito ucraino come «reggimento», è stato difeso in mondovisione da Zelens’kyj e innalzato a gruppo di eroi dalla stampa internazionale e italiana (ma non da quella cinese…), incredibilmente dimentica della cifra nazista di Azov così come degli stessi articoli pubblicati dalle medesime testate poco tempo prima, articoli in cui si condannava l’ideologia neonazista di Azov.

 

 

 

 

 

Immagine di Carl Ridderstråle via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0); immagine modificata

 

 

 

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