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I vescovi cattolici USA consentono ad una lesbica l’affidamento di un bambino

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Una lesbica non «sposata» sarà autorizzata ad adottare un bambino dopo che la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha lasciato che una causa per presunta discriminazione rimanesse incontrastata, suggerendo che gli adulti LGBTQ single possano quindi essere in grado di ottenere l’affidamento di minori attraverso organizzazioni cattoliche, mentre le coppie dello stesso sesso generalmente continuano a essere bandite. Lo riporta il Washington Post.

 

La decisione arriva in risposta a una denuncia di Kelly Easter, una cittadina nel Tennessee, che sostiene che un programma federale di affidamento amministrato dall’USCCB discrimina sulla base dell’orientamento sessuale.

 

La Easter ha avviato una causa legale in ottobre dopo che Bethany Christian Services, con sede nel Michigan, un sub-beneficiario dell’USCCB, le avrebbe detto che la conferenza episcopale non le avrebbe permesso di presentare domanda per l’affidamento di un bambino rifugiato.

 

In una lettera di febbraio a Bethany, ottenuta dal Washington Post, la Conferenza Episcopale USA ha definito la controversia un malinteso e ha affermato che non vieta ai single gay gli affidamenti di minori a causa del loro orientamento sessuale. La Easter ha quindi ritirato la sua causa a giugno.

 

La questione se le organizzazioni cattoliche di affidamento possano rifiutarsi di collaborare con le persone LGBTQ è salita agli onori delle cronache lo scorso anno, quando la Corte Suprema ha stabilito che la città Filadelfia aveva torto a interrompere i contratti con i Servizi Sociali Cattolici per il loro rifiuto di lavorare con persone dello stesso sesso coppie. Rimane indeterminato se la Conferenza Episcopale USA invertirà la sua opposizione a lasciare che le coppie dello stesso sesso adottino bambini, così come se la Easter potrà ancora adottare qualora trovasse un partner.

 

La Easter aveva iniziato a pensare all’affido nel 2020, quando è stata colpita dalla copertura giornalistica sui minori rifugiati non accompagnati che arrivavano negli Stati Uniti, secondo la sua causa depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Washington. La donna omosessuale ha quindi contattato l’ufficio per i rifugiati del Dipartimento della salute e dei servizi umani e è stato diretto alla Bethany, che lei sostiene le abbia detto dei vincoli di una politica dell’USCCB che vietava l’affidamento ai gay.

 

Un nuovo caso simile si sta ora dipanando in Texas , dove la Catholic Charities di Fort Worth, un’affiliata dell’USCCB, avrebbe detto a due professoresse «sposate» della Texas A&M University che non potevano essere genitori adottivi perché la loro famiglia non «rispecchiava la Sacra Famiglia». La causa intentata da Fatma Marouf e Bryn Esplin contro il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli USA e la Conferenza Episcopale  potrebbe far capire se i vescovi statunitensi continueranno a impedire l’affidamento alle coppie dello stesso sesso.

 

 

 

Immagine di Prayitno via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine modificata

 

 

 

 

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