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I transessuali possono fare da padrini e i «genitori» omosessuali possono far battezzare i figli: Bergoglio approva il testo del cardinale

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Papa Francesco ha approvato un testo redatto dal cardinale Victor Manuel Fernandez che attesta che le persone «transgender» possono essere padrini del sacramento del Battesimo, oltre a consentire ai «genitori» omosessuali di far battezzare i propri figli. Lo riporta il sito canadese LifeSiteNews.

 

L’ultimo documento arriva nonostante il fatto che la Chiesa cattolica insegni che la mutilazione corporea deliberata e gli atti omosessuali sono gravemente peccaminosi e che coloro che richiedono il battesimo per i bambini devono avere l’intenzione di allevarli nella fede cattolica.

 

In un documento italiano diffuso l’8 novembre, il Dicastero (ex Congregazione) per la Dottrina della Fede ha pubblicato una serie di risposte a sei domande dubia presentate dal vescovo José Negri della diocesi di Santo Amaro in Brasile. «Il testo è stato redatto e firmato da Fernandez, ed è stato approvato e firmato da Papa Francesco il 31 ottobre» scrive LifeSite.

 

Le domande erano le seguenti, sebbene la richiesta originale del 14 luglio 2023 del vescovo Negri non sia stata pubblicata:

 

1) Una persona transgender può essere battezzata?

 

2) Una persona transgender può essere padrino o madrina al battesimo?

 

3) Una persona transgender può essere testimone di nozze?

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4) Due persone omoaffettive possono essere considerate genitori di un bambino, che deve essere battezzato e che è stato adottato o acquisito con altri metodi come la maternità surrogata?

 

5) Una persona omoaffettiva e convivente può essere padrino di un battezzato?

 

6) Una persona omoaffettiva e convivente può essere testimone di nozze?

 

Prendendo con ordine le domande, il cardinale Fernandez – che ricordiamo è autore di un libro sul bacio – ha scritto che un individuo «transessuale» può ricevere il sacramento del Battesimo con la stessa facilità di chiunque altro. Una persona del genere, scrive, «che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso – può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli».

 

Proseguendo la lunga risposta dei sei, Fernández ha aggiunto che il Battesimo potrebbe essere dato anche a «bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti».

 

Fernández ha affermato che «anche quando permangono dubbi sulla situazione morale oggettiva di una persona o sulle sue disposizioni soggettive verso la grazia, non bisogna mai dimenticare questo aspetto della fedeltà dell’amore incondizionato di Dio, che è capace di generare anche con il peccatore un’alleanza irrevocabile, sempre aperto allo sviluppo, anche imprevedibile».

 

Ciò, ha aggiunto il neocardinale argentino, «vale persino quando nel penitente non appare in modo pienamente manifesto un proposito di emendamento, perché spesso la prevedibilità di una nuova caduta «non pregiudica l’autenticità del proposito».

 

Alla domanda se le persone transgender potessero fungere da padrini al battesimo, ha risposto affermativamente, pur con alcune avvertenze. «A determinate condizioni, si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso» scrive il porporato. Tuttavia, «non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale».

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Il Catechismo della Chiesa Cattolica al paragrafo 1255 insegna che il ruolo di padrini è madrine non è simbolico, insegnando loro compito è una funzione veramente nella comunità ecclesiale.

 

Il Codice di Diritto Canonico al numero  872 prevede che il padrino sia scelto «affinché il battezzato conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi ad esso inerenti» e «conduca una vita conforme alla fede e all’incarico che assume».

 

Riguardo alla domanda sui testimoni di nozze transessuali od omosessuali, il cardinale Fernandez risponde con una riga: «Non c’è nulla nell’attuale diritto canonico universale che proibisca a una persona transgender di essere testimone in un matrimonio», scrive.

 

Alla questione di «genitori omosessuali» che presentano i figli al Battesimo, il cardinale ha dato una risposta ambigua, adducendo che «perché il bambino possa essere battezzato è necessaria la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica»

 

Il prelato non ha spiegato come due individui che convivono in una relazione omosessuale possano mostrare una «speranza fondata» che il bambino – che naturalmente non sarebbe il loro – possa essere allevato nella fede cattolica, da essi attivamente rifiutata con il loro stile di vita.

 

Aggiungiamo, pensiero che non sembra fare nessuno, che per i figli di «genitori omosessuali» si può intendere, per la maggioranza dei casi oramai, di bambini ottenuti talvolta con l’affitto degli uteri e sempre con la riproduzione artificiale, che genera quantità di embrioni in soprannumero per poi ucciderli: come ripetiamo su Renovatio 21, la provetta oggi uccide più embrioni dell’aborto. Sappiamo, tuttavia, che  il Vaticano, con i suoi omini piazzati in politica e le capriole bioetiche nei Sacri Palazzi, sta preparando lo sdoganamento del bambino artificiale, dell’umano concepito in provetta, magari bioingegnerizzato col CRISPR.

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Alla quinta domanda, quella su omosessuali e conviventi come padrini al Battesimo, il cardinale ha risposto citando il canone 874, affermando come chiunque «ne possegga l’attitudine (cf. 1o) e «conduce una vita conforme alla fede e all’incarico che assume» (3o; cf. can. 685, § 2 CCEO)», può essere padrino o madrina.

 

Come nota LifeSite, in un’apparente differenziazione, Fernández ha affermato che sarebbe «diverso» – apparentemente proibito – se lo stile di vita delle persone omosessuali consistesse non solo in «non in una semplice coabitazione, bensì in una stabile e dichiarata relazione more uxorio, ben conosciuta dalla comunità».

 

«La debita prudenza pastorale esige che ogni situazione sia saggiamente ponderata, per salvaguardare il sacramento del battesimo e soprattutto la sua ricezione, che è bene prezioso da tutelare, poiché necessaria per la salvezza» avverte purtuttavia il prelato.

 

Alla sesta domanda dei dubia dell’arcivescovo Brasiliano, il Fernandez ha ripetuto quanto detto in risposta alla terza, parlando di persone «omoaffettive» a fare potesse essere testimone di nozze. Fernández ha risposto ancora una volta affermativamente, usando peraltro questo termine, omoaffettivo, non specificato nel testo, e considerato quindi forse equipollente al lemma «omosessuale».

 

La costernazione nel mondo conservatore cattolico, in questa ora, è massima. «Il Battesimo di Cristo diviene il Battesimo dell’Anticristo» ci scrive un lettore sconsolato.

 

Al di là delle considerazioni apocalittiche, la normalizzazione del transessualismo preso la chiesa e i suoi riti pare incontrovertibilmente iniziata.

 

Dove ciò posso portare è ignoto solo a quanti non hanno capito cosa stia succedendo – o fingono di non capire.

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Immagine screenshot da YouTube
 

 

 

 

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