Terrorismo

I talebani del Pakistan attaccano le forze di sicurezza: sei morti

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L’imboscata è avvenuta ieri ma è solo l’ultimo di una serie di episodi. Oggi la notizia dell’uccisione di un capo talebano. Dalla presa di potere dei «cugini» afghani gli attentati terroristici in Pakistan sono aumentati di oltre il 50%.

 

 

Almeno sei poliziotti pakistani sono stati uccisi ieri mattina nella provincia nord-occidentale del Khyber Pakhtunkhwa in un attacco poi rivendicato dai Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), i talebani del Pakistan. Il veicolo della polizia è stato colpito da colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nella città di Lakki Marwat, a circa 200 km da Peshawar.

 

È il quarto attacco di questo tipo verificatosi nelle ultime settimane e uno dei più mortali secondo l’istituto di ricerca Pakistan Institute for Peace Studies (PIPS). In base ai dati raccolti dal think-tank, nel 2022 nella regione del Khyber Pakhtunkhwa ci sono stati almeno 65 attacchi armati che hanno ucciso 98 persone e ne hanno ferite 75. Dalla presa di potere di Kabul dell’anno scorso da parte dei talebani afghani, gli attentati terroristici in Pakistan sono aumentati del 51%.

 

Altri due agenti sono morti la notte scorsa in uno scontro armato al confine con l’Afghanistan: l’esercito pakistano ha riferito che è stato ucciso anche un «terrorista» che «operava contro le forze di sicurezza».

 

Ieri, in una dichiarazione separata, i talebani pakistani avevano affermato che un attacco di droni statunitensi aveva ucciso almeno tre loro membri nel distretto di Dera Ismail Khan, sempre parte del Khyber Pakhtunkhwa.

 

Per i media non è stato possibile verificare l’affermazione in maniera indipendente, ma il giorno prima la squadra provinciale antiterrorismo aveva confermato l’uccisione di quattro terroristi, mentre oggi è arrivata la notizia dell’uccisione di un comandante dei TTP nella provincia di Paktia da parte di un assalitore sconosciuto.

 

I talebani pakistani sono affiliati ai talebani dell’Afghanistan ma operano contro le istituzioni dello Stato pakistano nel quale vogliono instaurare la shari’a.

 

A maggio di quest’anno i TTP avevano accettato di estendere un cessate il fuoco fino alla fine del mese, poi rinnovato a giugno. I colloqui di pace si erano svolti a Kabul grazie all’intermediazione dei «cugini» afghani. Tuttavia una vera pace non è mai stata raggiunta perché le richieste dei TTP sono irrealizzabili: questi ultimi chiedono il rilascio di tutti i loro combattenti e che le forze governative pakistane si ritirino dalle regioni tribali del Khyber Pakhtunkhwa.

 

Il direttore del Pipi, l’analista Amir Rana, ha spiegato ad Al Jazeera che i TTP considerano i loro attacchi manovre difensive: «Le forze di sicurezza, ogni volta che ricevono denunce di rapimenti o estorsioni, svolgono le loro operazioni che secondo il TTP sono una chiara violazione dell’accordo di cessate il fuoco, e i talebani poi si vendicano», ha detto.

 

 

 

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Immagine da AsiaNews

 

 

 

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