Economia

I sindaci della Germania settentrionale chiedono l’apertura di Nord Stream 2

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In un documento di sintesi inviato al ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck (Verdi) e al ministro di stato Presidente del Meclemburgo-Prepomerania Manuela Schwesig (SPD) – Il land  capolinea del gasdotto sottomarino Nord Stream dalla Russia – sette sindaci dell’isola baltica di Rügen nello stato chiedono il proseguimento dei flussi di gas russo verso la Germania. Lo riporta EIRN.

 

La strada scelta per le sanzioni, in particolare nei confronti del gasdotto Nord Stream 2, non è quella giusta, scrivono.

 

Tra i firmatari ci sono il sindaco Anja Ratzke di Bergen, il sindaco Frank Kracht di Sassnitz e il sindaco Karsten Schneider di Binz.

 

Tutti e tre i sindaci non sono affiliati partiti.

 

L’interruzione del gas dalla Russia significherebbe un’esplosione del costo della vita, causerebbe squilibri e discordie sociali, che potrebbero crescere in modo incontrollabile, avvertono i primi cittadini.

 

I sindaci considerano il gasdotto Nord Stream 1 e il gasdotto Nord Stream 2 importanti per la sicurezza energetica «a lungo termine», affermano.

 

Inoltre, insistono sul fatto che è urgente «un ripensamento generale per risolvere i problemi attuali nei rapporti con la Russia» e che deve essere intrapresa una via diplomatica.

 

La Germania sta subendo una inevitabile contrazione della produzione industriale, con i vertici dei colossi della manifattura a dire sempre con maggior insistenza che si potrebbe andare ad una crisi che potrebbe pure portare verso una chiusura totale.

 

Come riportato da Renovatio 21, il land meridionale della Baviera si era pronunciato contro la chiusura delle forniture russe di gas, calcolando quattro mesi fa la cancellazione possibile di 220 mila posti di lavoro. Il mese passato l’Associazione Industriali di Baviera (VBW) ha pubblicato uno studio per cui senza gas russo il PIL tedesco crollerà del 12,7%.

 

Conosciamo la risposta del governo Scholz a tale disastro: debito e razionamenti, docce fredde, «sfollati energetici», e poco più in là repressione poliziesca e/o militare delle rivolte civili che già si attendono.

 

Come riportato da Renovatio 21, un gruppo di scienziati tedeschi ha firmato in queste settimane la «Dichiarazione di Stoccarda» per un pieno ritorno del Paese all’energia nucleare.

 

 

 

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