Intelligenza Artificiale

I robot killer vanno messi al bando? Sondaggio internazionale

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Il sito Statista ha prodotto un’infografica con un sondaggio interessante: l’opinione della popolazione di vari Paesi riguardo ad una possibile messa al bando dei robot impiegati militarmente – in una parola, la posizione del pubblico riguardo i robot killer.

 

I dati provengono da un una ricerca fatta dall’IPSOS assieme a Campaign to Stop Killer Robots, un’associazione che si occupa di questa tematica, che diviene più incandescente di ora in ora: il mese scorso i Paesi Bassi hanno schierato le loro prime armi autonome letali, secondo la rivista di questioni militari e di Intelligence Jane’s. Si tratta della prima volta che un esercito della NATO ha avviato prove operative con veicoli armati di terra senza pilota (UGV), cioè i «robot killer».

 

Secondo Jane’s, quattro UGC armati di sistemi di fanteria modulare ibrida cingolata (THeMIS) sono stati schierati in Lituania il 12 settembre, dove sono sottoposti a prove in un «ambiente rilevante per i militari».

 

A differenza dei droni, che richiedono a un essere umano di istruirlo su dove muoversi e come agire, tali armi robotiche, simili a carri armati, sono progettate per sapere come premere il grilletto da sole.

 

L’ONU si è riunita ripetutamente per decidere se vietare o meno i robot killer o semplicemente per regolamentarli.

 

La grande maggioranza del mondo rimane critica nei confronti dei letali sistemi d’arma autonomi in guerra, secondo la ricerca condotta da Ipsos e dalla campagna per fermare i robot assassini.

 

Dei 28 paesi intervistati tra il 20 novembre 2020 e l’8 gennaio 2021, tutti tranne uno erano prevalentemente contrari al loro utilizzo.

 

 

Svezia (76%), Turchia (73%) e Ungheria (70%) hanno mostrato la più forte opposizione ai veicoli letali nel 2021. Nel frattempo, l’India ha mostrato di gran lunga il maggior sostegno, con il 56% della popolazione intervistata che ha risposto che o in qualche modo o ha fortemente sostenuto l’uso delle armi. Da notare che, come riportato da Renovatio 21, l’India ha al suo confine già dispiegate contro di sé armi robotiche cinesi.

 

Le principali preoccupazioni di coloro che si oppongono al dispiegamento di armi autonome letali includevano la convinzione che le macchine avrebbero oltrepassato una linea morale attraverso il permesso di uccidere (66%), che le armi sarebbero state «non responsabili» (53%), che i robot assassini sarebbero soggetti a guasti tecnici (42%) o che sarebbero illegali (24%).

 

Come riportato da Renovatio 21, la discussione per una moratoria contro le armi autonome va avanti da diversi anni. In particolare, in questi anni se ne è parlato facendo l’esempio degli slaughterbots, minidroni suicidi protagonisti di un filmato divenuto virale anni fa.

 

 

Come sa il nostro lettore, modelli di «slaugterbots» sono in preparazione ufficialmente in Australia come arma per respingere un’eventuale invasione da parte dell’Esercito di Liberazione del Popolo della Repubblica Popolare Cinese.

 

Anche in Cina stanno sperimentando sciami di microdroni in grado di dare la caccia agli esseri umani nella foresta.

 

Varie Nazioni si stanno muovendo verso i robot militari, per lo più incuranti di quanto sta cercando di elaborare l’ONU in fatto di limitazioni all’impiego di questi sistemi.

 

Impressionanti dimostrazioni di tank robotici di nuova generazione si sono viste anche di recente in Estonia.

 

 

Robocani militari armati sono già visibili alle fiere di settore (e non solo, e da anni), e, accoppiati con droni trasportatori, in inquietanti video cinesi.

 

 

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