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I pazienti in “stato vegetativo” sono ancora vivi: altre prove

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Come possiamo sapere che i pazienti con gravi lesioni cerebrali sono davvero incoscienti? Alcuni pazienti mostrano quella che i medici chiamano «coscienza latente» – ma quali?

 

Un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine afferma che il 15% di quei pazienti reagiscono ai comandi verbali nel cervello nei giorni successivi alla lesione, anche se non lo manifestano esteriormente.

 

Un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine afferma che il 15% di quei pazienti reagiscono ai comandi verbali nel cervello nei giorni successivi alla lesione

I ricercatori hanno registrato le reazioni grazie a particolari analisi computerizzate negli EEG di routine del cranio. Questi pazienti «hanno probabilità quattro volte maggiori di raggiungere una parziale indipendenza nel primo anno di riabilitazione rispetto ai pazienti che non mostrano attività cerebrale» secondo il New York Times.

 

Gli autori dicono che queste scoperte, se confermate, «possono fornire una prognosi delle gravi lesioni cerebrali e rappresentare un mezzo di comunicazione coi pazienti che sembrano incoscienti sulla base degli esami clinici tradizionali».

 

«Ciò suggerisce che è rimasta una parte di coscienza»

Lo studio ha preso in esame i risultati di 104 pazienti del reparto di terapia intensiva neurologica della Columbia University che hanno riportato gravi lesioni dovute e traumi, attacchi cardiaci ed emorragie.

 

«Con grande sorpresa, abbiamo scoperto che il 15% dei pazienti non coscienti mostravano attività cerebrale in reazione ai comandi», ha affermato il Dr. Jan Claassen, principale autore dell’articolo. «Ciò suggerisce che è rimasta una parte di coscienza. Comunque, non sappiamo se i pazienti comprendono veramente quello che diciamo. Sappiamo solo che il cervello reagisce.»

 

«È un grande passo avanti per il settore», afferma il Dr. Nicholas Schiff del Weill Cornell Medical College di New York al Times. «Comprendere che, quando il cervello recupera le sue capacità, una persona su sette potrebbe essere cosciente e consapevole, molto consapevole, di quello che viene detto, e che si può applicare ogni giorno, in ogni reparto di terapia intensiva, è straordinario».

 

 

Fonte: Michael Cook per Bioedge

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