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I Paesi con lockdown «Zero-COVID» hanno la minor immunità: nuova ricerca

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Una nuova ricerca ha rivelato che i paesi che hanno implementato i blocchi più severi nell’ambito delle politiche “zero-COVID” ora hanno la minor immunità dal virus stesso. Lo riporta Summit News.

 

L’analisi dell’Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME) della School of Medicine dell’Università di Washington stima che la Cina, che ha ancora più lockdown in atto, ha il livello di immunità al COVID-19 più basso del pianeta.

 

Secondo la ricerca, altre Nazioni che non hanno istituito lockdown duri, tra cui Russia, Singapore e Brasile, hanno i livelli di immunità più alti .

 

La ricerca stima i tassi di immunità in base al numero di infezioni, ai tassi di vaccinazione e al tempo trascorso nel frattempo.

 

L’analisi postula che alla fine di ottobre 2022, solo il 17,2% della popolazione cinese ha l’immunità dal virus, mentre la Russia, d’altra parte, ha un tasso di immunità del 74,5% con tutti nel paese che hanno contratto il virus.

 

Mentre si ritiene che il tasso di immunità di Singapore sia di circa il 70% e il Brasile del 68%, si ritiene che il Giappone, un altro Oaese che ha messo in atto severe restrizioni, abbia solo il 38,9% di immunità, mentre  gli Stati Uniti avrebbero secondo l’analisi scientifica un’immunità del 60,5%.

 

La Johns Hopkins University aveva precedentemente concluso che i lockdown hanno avuto un impatto molto più dannoso sulla società di quanto non abbiano prodotto alcun beneficio, con i ricercatori che hanno esortato che «sono infondati e dovrebbero essere respinti come strumento politico pandemico».

 

Un rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention  pubblicato il mese scorso ha evidenziato come un numero record di bambini negli Stati Uniti sia ora ricoverato in ospedale con raffreddore comune a causa dell’indebolimento del sistema immunitario. Come sottolinea Summit News, tali dati del CDC sono coerenti con la  ricerca degli scienziati di Yale che hanno avvertito che non è normale vedere bambini con combinazioni di sette virus comuni, inclusi adenovirus, rinovirus, virus respiratorio sinciziale (RSV), metapneumovirus umano, influenza e parainfluenza, nonché COVID-19.

 

Il tema sulle morti causate dai lockdown è dibattuto, con alcuni che, leggendo i dati, suggeriscono che il lockdown potrebbe aver ucciso più del COVID.

 

Il danno di sviluppo inflitto ai bambini dalle clausure è via via sempre più una certezza, con bimbi non in grado di dire il proprio nome, meno probabilità di parlare prima di un anno, quoziente

 

Non dimentichiamo, restando sempre sui più piccoli, le decine migliaia di casi di depressione, ansia, anoressia, traumi, suicidio non ultima, la bizzarra epidemia globale di epatite pediatrica, le cui origini sono ancora ignote. Senza parlare della violenza giovanile divenuta spudoratamente popolare tra i giovani e agita pubblicamente.

 

Si tratta di un disastro immane inflitta ad un’intera generazione. «L’evento più catastrofico di tutta la storia umana» ha detto un anno fa il professore di Stanford Jay Bhattacharya.

 

 

 

 

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