Essere genitori

I giudici inglesi condannano alla morte in ospedale un altro bambino

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La Corte di appello di Londra si è espressa contro il ricorso dei genitori del 12enne comatoso Archie Battersbee, dando così ragione ai medici del Royal London Hospital che intendono «staccare la spina» e quindi abbandonare il piccolo alla morte in ospedale.

 

Poco prima della sentenza, il padre di Archie ha avuto un attacco cardiaco. Ora si trova in gravi condizioni. Gli avvocati avevano quindi chiesto un rinvio causa malore. Non è stato concesso neanche quello. Tuttavia, è stato concesso di rinviare la fine della ventilazione artificiale affinché la coppia possa rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

 

Era stata l’équipe medica che vuole abbandonare il bambino alla morte a chiedere ai giudici se fosse giusto proseguire le cure al bambino, visto che loro, i medici, credono che il bambino sia senza speranza di guarire.

 

Si è trattato di una sentenza secondo grado: in primo grado i giudici britannici avevano detto interrompere tutte le cure che tengono vivo il bambino, come la ventilazione artificiale. Il principio giuridico tirato in ballo è quello per cui la tutela del minore prevale sulla volontà dei genitori: e tutelare il bambino qui significa ucciderlo. Il problema è che oramai pochi considerano questa un patente, pericolosa contraddizione.

 

C’è poi la questione spirituale. I genitori di Archie sono ritenuti spinti dal loro sentimento religioso, che li ha fatti opporre da sempre al concetto del «fine vita» moderno. Ai giudici non basta: e su questo erano stati chiarissimi già con Charlie Gard.

 

Archie, bambino dell’Essex, era stato trovato impiccato nella sua stanza ad aprile. Secondo alcuni, si sarebbe potuto trattare di una sfida via internet, tuttavia la tragedia fu classificata come «incidente domestico».

 

Signore e signori, ci risiamo. Ecco la giustizia inglese che condanna a morte un bambino perché morire è nel suo «best interest». La morte come miglior interesse di un bimbo. Siamo arrivati qui.

 

Dopo Charlie e Alfie, non poteva mancare Archie. Perché non si tratta di casi isolati: si tratta della meccanica stessa della società britannica.

 

Si tratta, come ripetuto spesso da Renovatio 21, della filosofia utilitarista (che, ricordiamo, nasce proprio a Londra…) divenuta sistema operativo fondamentale della società, che determina, per legge, la vita e la morte delle persone – cioè, l’uccisioni di innocenti qualora deboli o incapaci di trarre piacere dalla vita, un impeto sterminatore che abbiamo visto in Germania con Hitler, dove le vite dei bambini come Archie, Charlie, Alfie venivano definite lebensunwerten leben, «vita indegna di essere vissuta».

 

Almeno, i nazisti procedevano all’assassinio di massa con teschi e svastiche, gli inglesi invece hanno giudici in parrucca.

 

 

 

 

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