Essere genitori

I giovani statunitensi trascorrono 10 ore al giorno davanti agli schermi. E diventano più depressi

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Un nuovo studio pubblicato dall’Institute for Family Studies e dalla Wheatley Institution ha rilevato che la media di 11-18 anni negli Stati Uniti è su uno schermo 70 ore a settimana, con una media di 10 ore al giorno.

 

Sorprendentemente, questo numero non include nemmeno il tempo trascorso a guardare la TV, ma solo computer, smartphone e tablet.

 

Prendono atto che questo drammatico aumento è una tendenza che era sempre più rapida prima del blocco del COVID, con il tempo sullo schermo raddoppiato per gli studenti delle scuole superiori dal 2009 al 2017.

 

Lo studio rileva che l’attività più comune per lo «screentime» è il gioco, seguito da messaggi di testo, social media, chat video e acquisti online, in quest’ordine.

 

I ricercatori hanno anche chiesto agli intervistati i loro sentimenti di depressione, solitudine, mancanza di sonno e immagine corporea negativa. I risultati erano fortemente correlati alla quantità di tempo trascorso davanti allo schermo, poiché la «depressione» era correlata a «un elevato utilizzo dei media digitali» a un tasso tre volte superiore a quelli con un «basso utilizzo dei media digitali».

 

L’effetto deleterio dei device digitali e della rete internet sulla psiche umana è oramai materia con consistente letteratura scientifica.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi è un crescente numero di prove scientifiche del fatto che Facebook indice alla repressione. Secondo un recente studio dell’Università di Washington l’utente di Facebook, inoltre, entrerebbe un uno «stato dissociativo».

 

Secondo rivelazioni emerse l’anno passato, il 13% delle ragazze adolescenti nel Regno Unito che stavano considerando il suicidio hanno incubato tali pensieri su Instagram.

 

È degno di nota l’editoriale scritto per il New York Times il mese scorso da William Siu, fondatore di una grande azienda di videogiochi, che ha dichiarato che non lascerà le sue figlie giocare con i suoi videogames.

 

Un altro genitore, cittadino della città francese di Messanges, è andato perfino oltre: nel tentativo di togliere i figli da internet, ha staccato involontariamente la rete a tutta la cittadina.

 

 

 

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