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HIV, fecondazione in vitro e omofobia: vogliono terminare il divieto di «donazione» di gameti da sieropositivi nelle coppie omosessuali

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Il National AIDS Trust sta esortando il governo del Regno Unito a modificare una legge che impedisce ad alcune persone che vivono con l’HIV di utilizzare i propri gameti quando accedono al trattamento per la fertilità. Lo riporta BioNews.

 

La legislazione attuale consente alle persone con HIV di utilizzare i propri gameti durante la fecondazione in vitro con il proprio partner, ma la donazione da parte di una persona con HIV è vietata.

 

Ciò riguarda le coppie dello stesso sesso di sesso femminile in cui una ha l’HIV e vuole fornire alla sua partner il suo ovulo perla gestazione, o gli uomini gay che vogliono usare il loro sperma per una gravidanza surrogata poiché entrambi contano come donazione e quindi sono vietati.

 

«La regola rimane in vigore nonostante il 97% delle persone con HIV sia in trattamento, il che significa che non sono contagiose poiché il virus è ridotto a livelli non rilevabili. Le procedure di lavaggio dello sperma rimuovono anche il virus dal liquido seminale per ridurre il rischio di trasmissione alla persona che rimarrà incinta» scrive BioNews.

 

Il sito riporta il commento sul divieto vigente fatto dell’amministratore delegato del National Aids Trust Deborah Gould: «È crudele e omofobo. Impedisce a così tante persone che vivono con l’HIV di avere una famiglia con l’aiuto del trattamento della fertilità. Non c’è posto per lo stigma e la scienza obsoleta nelle nostre leggi».

 

«Si tratta di parità di accesso alle opzioni di fertilità, ma anche di sfidare la discriminazione nei confronti delle persone LGBT, convincere il governo ad ascoltare la scienza e eliminare lo stigma dell’HIV che esiste da decenni».

 

Gli attivisti sostengono che l’attuale legge è quindi discriminatoria nei confronti delle persone che vivono con l’HIV. La legge discrimina anche, affermano, le coppie dello stesso sesso che cercano un trattamento per la fertilità laddove sia richiesta la donazione di ovuli o sperma al proprio partner.

 

Il Trust ha lanciato una petizione chiedendo al governo di ribaltare l’attuale normativa, che ha il supporto di molti esperti del settore.

 

Tuttavia un portavoce del Dipartimento della Salute ha commentato al quotidiano britannico Mirror che il Comitato consultivo del governo sulla sicurezza del sangue, dei tessuti e degli organi non sostiene un cambiamento nella legislazione.

 

In pratica, stanno ora chiedendo che venga tolta questa piccola barriera bio-sanitaria: l’eterologa sempre e comunque, anche per i gay sieropositivi.

 

Questioni simili, come la donazione dei sangue da parte dei gay, non consentita in alcuni Paesi,  da liberalizzare completamente, erano già emerse in passato ed erano state oggetto di campagne mondiali del movimento omosessualista.

 

Tuttavia, qui non parliamo di tessuti qualunque: parliamo delle cellule sessuali, che unite danno vita agli esseri umani.

 

Renovatio 21 ricorda che la distinzione tra fecondazione in vitro omologa (cioè, con gameti appartenenti alla coppia che ricorre alla riproduzione artificiale) e fecondazione in vitro eterologa (cioè, con uso di gameti esterni alla coppia, condizione inevitabile nei casi delle coppie omosessuali committenti) è uno specchietto per le allodole, stupido, falso e assassino come il cattolicesimo conservatore che lo promuove: in ambo i casi milioni di embrioni ogni anni vengono prodotti zootecnicamente, scelti eugeneticamente, scartati, distrutti, impiantati per poi morire, essere uccisi (la chiamano «riduzione fetale») o, nel caso più inquietante, fondersi nel grembo materno con i loro «fratellini» in una cosiddetta «chimera umana».

 

 

 

 

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