Stragi
Haiti, la capitale presto interamente nelle mani delle gang
Le notizie che giungono da Haiti sono sempre più preoccupanti: le cattive notizie si accumulano una dopo l’altra, mentre quelle buone diventano proporzionalmente sempre più rare.
Così, secondo Hebdo24, nella notte tra il 12 e il 13 marzo 2025, Radio Télévision Caraïbes, emblema dell’informazione ad Haiti, è stata incendiata da banditi armati. Questo nuovo tragico elemento è una testimonianza emblematica del clima di violenza che ormai si respira quotidianamente nella capitale haitiana, lasciando la popolazione impotente e disperata.
E secondo Le Nouvelliste, alcuni testimoni avrebbero segnalato incendi in diversi edifici che ospitano scuole o aziende il 14 marzo nel centro di Port-au-Prince, in quartieri che fino a quel momento erano stati relativamente risparmiati dalla violenza spietata imposta dalle gang insediate nella capitale.
Secondo Haiti Press Network, il 7 marzo l’associazione Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato l’allarme per la crisi umanitaria in atto, che presto sfuggirà al controllo. MSF ha rivelato che lo scorso anno 5.601 persone sono state uccise a causa di scontri armati, mille in più rispetto al 2023.
MSF denuncia la mancanza di finanziamenti per una risposta umanitaria adeguata, mentre migliaia di famiglie continuano a fuggire dalla violenza. I rifugiati sono ammassati in campi di fortuna e privati dell’accesso ai servizi di base, tra cui acqua pulita e servizi igienici.
Gli stessi media aggiungono che, dal 24 febbraio, Port-au-Prince è teatro di una recrudescenza degli scontri, che ha causato un’impennata del numero dei feriti. MSF chiede alla comunità internazionale di sensibilizzarsi e di mobilitarsi con urgenza per impedire che la crisi si trasformi in un disastro.
Secondo una dichiarazione dell’Agence France Presse, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che fa parte dell’ONU, tra il 14 febbraio 2025 e il 4 marzo più di 40.000 persone sono fuggite dai loro quartieri per sfuggire alle gang. Secondo Haiti Press Network, questo caos ha causato la distruzione di diversi campi per sfollati interni.
Così, il 17 febbraio 2025, membri dell’organizzazione criminale Viv Ansanm hanno attaccato il campo di Acra, situato a Delmas 30: gli aggressori hanno incendiato i rifugi e uccisero decine di persone. I sopravvissuti sono static ostretti a fuggire verso zone più sicure. Scene simili si sono verificate nelle zone di Carrefour Feuille e vicino a Nazon.
Pierre Espérance, citato dalla RTS, sostiene che tutta Port-au-Prince «rischia di cadere nelle mani dei banditi», che ne controllano già la maggior parte, spiega il direttore esecutivo della Rete nazionale per la difesa dei diritti umani. Prosegue spiegando che “dato che la polizia è più in modalità difensiva che offensiva, questo favorisce i criminali».
La situazione della sicurezza sta peggiorando, nonostante la presenza della forza di sicurezza multinazionale, osserva. La forza, guidata dal Kenya e sostenuta dall’ONU, ha iniziato a essere dispiegata la scorsa estate e ora conta poco più di 1.000 agenti di polizia provenienti da sei paesi, secondo l’agenzia di stampa AFP.
Ma «la missione multinazionale è limitata. Non può nemmeno schierare la metà del suo personale sul territorio perché i suoi mezzi di trasporto sono limitati», continua Pierre Espérance.
In un Paese già indebolito da una cronica instabilità politica e da una povertà endemica, la popolazione spera ora in un intervento internazionale più incisivo per porre fine a questa spirale di violenza.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube