Ambiente

Greta Thunberg arrestata per finta?

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Durante una protesta per l’espansione di un’operazione di estrazione del carbone in Germania, Greta Thunberg è stata apparentemente arrestata dalla polizia, cosa che ha fatto infuriare gli attivisti per il cambiamento climatico sui social media.

 

Le immagini della giovane svedese affetta da Asperger sorridente mentre veniva portata via dalle forze dell’ordine sono state ampiamente diffuse dai media.

 

 

 

Tuttavia, basandosi sui filmati delle sue interazioni con la polizia e i giornalisti sulla scena, alcuni commentatori avanzano l’ipotesi che l’arresto potrebbe essere stato inscenato per le telecamere.

 

 

Stranamente, la piccola Thunberg è stata trasportata da almeno tre agenti (forse per effetto drammatico), poi la Polizei l’ha fermata invece di portarla direttamente a un veicolo.

 

I giornalisti sembrano ridere insieme a Greta e a un uomo in borghese non identificato. Quindi la fanciulla ecologista cammina con calma insieme agli ufficiali senza bisogno di essere portata a forza. L’agenzia Reuters ha riferito che la Thunberg è stata rilasciata dalla custodia dopo un «controllo di identità». Difficile, tuttavia, che gli agenti non sapessero chi avessero davanti.

 

Il conduttore di Sky News Chris Kenny afferma che il girato «grezzo» dell’arresto di Greta Thunberg in Germania in realtà «confermerebbe» che «sarebbe stato una trovata pubblicitaria». «Teatro climatico», scrive l’articolo della testata australiana.

 

Più che un arresto, una photo opportunity. Perché nel copione del globalismo, per qualche motivo, i padroni del vapore hanno deciso di infliggerci (forse per puro disprezzo) questo personaggio enigmatico ed ubiquo, che in conferenza stampa non sembra in grado di rispondere a domande semplicissime.

 

Come riportato da Renovatio 21, Greta Thunberg aveva scatenato un’indagine della polizia criminale in India dopo aver accidentalmente twittato – e rapidamente cancellato – una sorta di guida inerente alla rivolta violenta degli agricoltori che era allora in corso nel subcontinente.

 

Il compianto Piero Angela in una delle sue ultime interviste ebbe a dire che «la prima Greta Thunberg aveva i baffi e si chiamava Aurelio Peccei». Aurelio Peccei fu il fondatore del Club di Roma, un potente non eletto che dedicò tutto al tema della riduzione della popolazione terrestre.

 

Significativo che al Festival di Glastonbury, cerimonia massiva della musica ribelle par excellence, il rock oltre alla Thunberg ora parli in videoconferenza anche lo Zelens’kyj, che come idolo del mondialismo vittimista può, in effetti, insidiare il primato thunberghino.

 

 

 

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