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Gran Maestro massone «vota» Parolin. Spunta pure la «pista bulgara». E l’accordo sino-vaticano…

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Il cardinale Pietro Parolin è la scelta di uno dei principali massoni italiani per diventare papa, e l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia ha anche lasciato intendere che il defunto papa Francesco potrebbe essere stato lui stesso un massone.

 

In un’intervista pubblicata da Il Fatto Quotidiano il 3 maggio, Giuliano Di Bernardo, esponente di spicco dell’ambiente massonico nazionale, ha rivelato di essere un caro amico del cardinale Pietro Parolin, affermando che lui e il cardinale Parolin si conoscono da almeno vent’anni e nutrono reciproca stima.

 

«Se la Chiesa ha ancora un barlume di razionalità, deve eleggere Pietro Parolin come Papa. È l’unico modo per ripristinare la sua autorità», ha dichiarato il maestro muratore, dicendo di averlo conosciuto «ventina d’anni fa. È nata subito un’intesa e completa affinità elettiva, tanto è vero che abbiamo collaborato a diversi progetti. Siamo rimasti molto amici».

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Giuliano Di Bernardo ha fatto parte di più di un gruppo massonico. Negli anni Novanta, il gran maestro aveva il Grande Oriente d’Italia (GOI) per fondare un nuovo ordine massonico, la Gran Loggia Regolare d’Italia, che, a suo dire, era più in linea con i principi della tradizione massonica inglese. Deluso anche da questa esperienza, nel 2002 ha fondato un altro gruppo massonico chiamato «Dignity Order», e l’Accademia degli Illuminati.

 

«Quando ho lasciato il Grande Oriente d’Italia, il Vaticano mi fece sapere che avrebbe avuto piacere di avere un loro rappresentante tra i componenti dell’Accademia. Venni allora in contatto con Giorgio Eldarov, bulgaro, di grande intelligenza e che effettivamente è stato tra i fondatori dell’Accademia» racconta il massone. «Un giorno Eldarov mi disse che nella segreteria di Stato del Vaticano c’era una persona che voleva conoscermi. Mi trovai faccia a faccia con l’allora sottosegretario, Pietro Parolin»

 

Monsignor Eldarov era l’uomo che all’epoca stava indagando, per conto della segreteria di Stato vaticana, sulla cosiddetta «pista bulgara» (in realtà una pista diversiva) relativa al tentato assassinio di Giovanni Paolo II. Ad oggi, Eldarov è ufficialmente annoverato tra i fondatori dell’Accademia.

 

Di Bernardo parla più ampiamente di questa collaborazione quando è stato interrogato dalla magistratura italiana in merito ad alcune infiltrazioni mafiose nella Massoneria. Dice che dopo il 2002 è tornato in Segreteria di Stato diverse volte aiutando Parolin a risolvere un problema con il governo cinese. Oltre la pista bulgara, ecco che spunta anche un’altra nefandezza, l’accordo sino-vaticano.

 

 

Il maestro massone ipotizza che Jorge Mario Bergoglio avesse legami molto forti, se non una vera e propria iniziazione, con la Massoneria in Argentina. Bergoglio, come cardinale, ha certamente avuto rapporti con la massoneria, dice il massone.

 

Di Bernardo nell’intervista critica Bergoglio per aver ribadito la condanna della massoneria da parte della Chiesa, ribadita da tutti i papi negli ultimi tre secoli. Tuttavia, quando il giornalista gli chiede delle «strane lettere» in cui, prima di diventare papa, Bergoglio ha più volte firmato il suo nome apponendo tre punti neri a forma di triangolo alla fine (un simbolismo di fatto massonico), l’ex Gran Maestro, senza spingersi fino a confermare l’ipotesi, ha afferma di conoscere il nocciolo della verità, spiegando che in Sud America, la Massoneria è molto potente e diffusa, e chi è Massone è spesso anche cattolico. «Non c’è incompatibilità», dice oscuramente.

 

Imprevedibilmente il Di Bernardo, che discende dalla famiglia Leopardi per parte di madre, si dimostra un critico del cattolicesimo postconciliare: «la Chiesa ha iniziato il proprio declino dal Concilio Vaticano II. Già Wojtyla ha distrutto la Chiesa dalle sue fondamenta, Ratzinger ha cercato di fare qualcosa, ma quando si è accorto di che voragine c’era ha preferito ritirarsi. E Bergoglio ha continuato a distruggere l’apparato papale, l’istituzione della Chiesa». Anche un orologio rotto…

 

Non si capisce bene come intendere questa intervista al Di Bernardo, professore di filosofia che si è dimostrato spesso pubblicamente molto loquace. Di fatto, potrebbe essere un attacco alle possibilità di elezione del Parolin: un articolo in cui si afferma la vicinanza del segretario di Stato con ambienti grembiulisti potrebbe di fatto spaventare qualche cardinale, specie tra quelli stranieri e meno smaliziati.

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Come noto, il Parolin è incorso in un’altra manovra opaca: è circolata nelle scorse ore una fake news su un suo malore. Non è il solo candidato su cui circolano voci strane: qualcuno ha messo in circolazione l’idea che il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe riunito i cardinali connazionali a Roma per evitare un’elezione del cardinale guineano assai conservatore Robert Sarah. Anche questa notizia, finita su tutti i giornali, potrebbe essere parte di una strategia elettorale precisa, fatta di rivelazioni e colpi bassi.

 

Uno si chiede come si è arrivati a questo punto, al pre-conclave di illazioni, rivelazioni, voci corrosive. Spiegarselo è semplice: con Bergoglio nelle stanze dei bottini sono arrivate due categorie di religiosi di certo tipo: i gesuiti e gli omosessuali. Nessuna delle due categorie è nota per essere limpida e serena, incapace di sotterfugi e di piani contorti, se non vendicativi.

 

Quale papa uscirà da questo osceno caos è ancora da vedere.

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine ingrandita.

 

 

 

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