Geopolitica

Gorbaciov: dopo la caduta dell’URSS, gli USA «hanno deciso di costruire un nuovo impero»

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L’ex presidente russo Mikhail Gorbaciov si è scagliato contro l’arroganza americana del dopoguerra.

 

In un’intervista del 24 dicembre con RIA Novosti, Gorbaciov ha affermato che dopo la caduta dell’URSS il 25 dicembre 1991, Washington si è lasciata trasportare dal «sentimento trionfalistico occidentale».

 

Secondo Sputnik,  «Gorbaciov si è lamentato del fatto che anche prima del crollo dell’URSS, c’erano sempre forze ai massimi livelli del potere nei Paesi occidentali che “si fregavano le mani mentre osservavano le nostre difficoltà”, tra cui un’intera fazione all’interno dell’amministrazione Bush guidata da Dick Cheney che non ha “nascosto la propria gioia” dopo lo scioglimento» dell’URSS.

 

«Come si può contare su un rapporto equo con gli Stati Uniti e l’Occidente?»

«Come si può contare su un rapporto equo con gli Stati Uniti e l’Occidente? Questa è la prima domanda. Secondo, e non meno importante, è l’atteggiamento trionfalistico dell’Occidente, specialmente negli Stati Uniti. Sono stati colpiti alla testa dall’arroganza e dalla fiducia in se stessi. Hanno dichiarato vittoria nella Guerra Fredda. Abbiamo tirato fuori il mondo dallo scontro, dalla corsa agli armamenti nucleari, insieme. Ma no, i “vincitori” hanno deciso di costruire un nuovo impero. E da questo è nata l’idea di espandere la NATO», dice Gorbaciov, riferendosi alla promessa fattagli dall’allora Segretario di Stato James Baker nel 1990 secondo cui la NATO non sarebbe avanzata oltre i confini della Germania riunificata.

 

Pur criticando anche la leadership russa per aver tollerato l’espansione della NATO verso la Russia, Gorbaciov ha accolto con favore i prossimi colloqui sulla sicurezza tra Mosca e Washington e ha espresso fiducia che i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden possano raggiungere un accordo.

 

«Li sostengo. Spero che ci sarà un risultato. Uno che farà sentire al sicuro tutti i Paesi europei», ha affermato l’ex presidente sovietico.

 

 

 

 

Immagine Вени Марковски via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0)

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