Geopolitica
Golpe in corso in Gabon. Arrestato il presidente
Un gruppo di soldati gabonesi in uniforme è apparso alla televisione nazionale per annunciare lo scioglimento di tutte le istituzioni statali e l’annullamento delle contestate elezioni del Paese, dopo che il leader di lunga data Ali Bongo è stato dichiarato vincitore della corsa presidenziale della scorsa settimana.
I soldati hanno pronunciato un discorso dal vivo ieri mattina presto, affermando che avrebbero «difeso la pace ponendo fine all’attuale regime» e affermando di parlare a nome del «Comitato per la Transizione e il Ripristino delle Istituzioni», ha riferito l’agenzia di stampa AFP.
Un portavoce del gruppo ha denunciato il «governo irresponsabile e imprevedibile» del presidente Ali Bongo, sostenendo che i suoi 14 anni in carica hanno provocato un «deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il paese nel caos».
Dopo il discorso, i giornalisti dell’AFP hanno riferito anche del rumore di spari nella capitale del Gabon, Libreville, anche se non è chiaro se fossero in corso degli scontri.
Secondo il Centro elettorale gabonese, il Bongo avrebbe vinto le recenti elezioni presidenziali con poco più del 64% dei voti, battendo il suo principale rivale Albert Ondo Ossa con un ampio margine in uno scrutinio a turno unico.
Il presidente Bongo è stato messo agli arresti domiciliari ed è circondato dalla sua famiglia e dai medici, hanno detto mercoledì gli ufficiali militari dietro un colpo di stato nel paese dell’Africa centrale.
Sono stati arrestati anche Noereddin Bongo Valentin, uno dei figli del presidente, e altri funzionari governativi di alto profilo, nonché alcuni membri del Partito Democratico gabonese al potere, hanno riferito i golpisti in un comunicato riportato dall’AFP.
Gli alleati del presidente sono accusati di «alto tradimento contro le istituzioni dello Stato, massiccia appropriazione indebita di fondi pubblici, appropriazione indebita organizzata di finanziamenti internazionali, falsificazione, falsificazione della firma del Presidente della Repubblica, corruzione attiva e traffico di droga», secondo alla dichiarazione.
Nel frattempo, il leader gabonese ha fatto la sua prima apparizione in un video circolato sui social media, invitando «gli amici di tutto il mondo a fare un po’ di rumore» per la sua detenzione. Confermando di essere nella sua residenza, ha affermato che «non sta succedendo nulla. Non so cosa sta succedendo».
Brice Oligui Nguema, il capo della guardia presidenziale di Libreville, autore del colpo di Stato, ha dichiarato al quotidiano francese Le Monde che il presidente «godrà di tutti i suoi diritti» durante la detenzione.
«È un capo di Stato del Gabon. È in pensione. Gode di tutti i suoi diritti. È un gabonese normale, come tutti gli altri», ha detto Nguema.
In precedenza, l’AFP aveva riferito che Nguema era stato scelto per guidare il «Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni» dell’ex colonia francese.
Tuttavia, in un’intervista a Le Monde, Nguema ha dichiarato: «Non mi dichiaro ancora. Non sto considerando nulla per il momento. È un dibattito che avremo con tutti i generali».
Il Bongo aveva preso il potere per la prima volta nel 2009 e ha dovuto affrontare un altro tentativo di colpo di Stato militare nel 2019, quando ufficiali militari armati hanno preso degli ostaggi e hanno annunciato la creazione di un simile «Consiglio nazionale di restaurazione» per «ripristinare la democrazia in Gabon». L’ammutinamento fu però rapidamente represso e provocò poche vittime.
La nazione centroafricana del Gabon, con una popolazione di 2,3 milioni di abitanti, confina con il Camerun, la Repubblica del Congo e la Guinea Equatoriale. Era una colonia della Francia prima di ottenere l’indipendenza nel 1960.
Come noto, alla fine di luglio si è verificato un colpo di stato militare in un’altra ex colonia francese, il Niger. La situazione nell’Africa occidentale rimane tesa, con il blocco regionale ECOWAS che considera un intervento sostenuto da Parigi per reintegrare il presidente deposto, Mohamed Bazoum.
Come riportato da Renovatio 21, Mali e Burkina Faso – dove negli ultimi anni anche i militari hanno preso il potere – hanno promesso di difendere il nuovo governo del Niger dalle forze esterne. Anche l’Algeria ha fatto dichiarazioni a favore della giunta golpista nigerina.
L’ECOWAS, invece, ha approntato 25.000 soldati nigeriani pronti ad invadere il Paese limitrofo, mentre anche Al Qaeda, per coincidenza, si è fatta sentire attaccando militari nigerini e impadronendosi dell’antica città maliana di Timbuctù.
La prospettiva di una guerra panafricana è sempre più vicina. Si tratta di un segmento della Terza Guerra Mondiale in via di attuazione.
Immagine screenshot da YouTube