Alimentazione

Gli scienziati trovano gli ftalati in ogni alimento testato

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Una nuova indagine del sito Consumer Reports ha trovato plastica in «quasi tutti gli alimenti» testati, affermando che queste sostanze chimiche rimangono «diffuse» in ciò che mangiamo nonostante i rischi che rappresentano per la nostra salute.

 

Lo ftalato, un tipo di «plastificante» utilizzato nella produzione di plastica che rende il materiale più flessibile e durevole, è stato trovato in tutti gli 85 alimenti comuni testati, tranne uno.

 

Il bisfenolo A, un’altra sostanza chimica utilizzata nella produzione della plastica, è stato trovato nel 79% dei campioni.

Tecnicamente, nessuno dei livelli riscontrati ha superato i limiti accettabili stabiliti dalle autorità di regolamentazione americane ed europee. Ma, come sostiene l’indagine, questa è solo una delle ragioni per cui aziende come la Food and Drug Administration statunitense sono fortemente d’accordo con ciò che dice la scienza su quanto possano essere pericolose queste sostanze chimiche, soprattutto gli ftalati, data la loro ubiquità.

 

Si rileva che non esiste un livello sicuro confermato di ftalati e un ampio corpus di studi li ha collegati ad asma, diabete, problemi riproduttivi e problemi ormonali, anche a livelli «ben al di sotto» dei limiti stabiliti dalle autorità di regolamentazione, scrive Futurism.

 

«Molte di queste soglie non riflettono le conoscenze scientifiche più attuali e potrebbero non proteggere da tutti i potenziali effetti sulla salute», ha affermato in una nota Tunde Akinleye, un chimico di CR che ha supervisionato i test . «Non ci sentiamo a nostro agio nel dire che questi livelli vanno bene. Non lo sono».

 

L’indagine ha testato 67 alimenti acquistati nei supermercati, nonché una selezione di 18 fast food di catene popolari. Nessun tipo di cibo sembra essere più incline alla plastica di altri, e i livelli variano drasticamente anche tra lo stesso tipo di cibo, marca e imballaggio.

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Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello. Un altro studio ha provato la presenza di plastica nelle nuvole della pioggia.

 

Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.

 

La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.

 

PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, molecole usate tra le altre cose per rendere scivolose le superfici di piumini e padelle antiaderenti) e ftalati – che in America chiamano «forever chemicals», ossia sostanze chimiche perenni, vista la loro incapacità di degradarsi – rappresentano una ubiqua minaccia per la salute degli esseri umani, soprattutto per il loro ruolo di endocrine disruptors, ossia per il loro effetto dirompente sull’equilibrio ormonale.

 

Come riportato da Renovatio 21recenti studi danesi hanno mostrato che nel caso degli individui maschi l’esposizione ai PFAS durante il primo trimestre potrebbe ridurre il numero di spermatozoi dei figli.

 

I PFAS avevano sollevato molto preoccupazioni anche in Italia, che, dopo un incidente industriale dei primi anni 2000, avrebbero contaminato le acque sotterranee di zone del Vicentino.

 

Si tratta del più grave inquinamento delle acque della storia italiana: tre province, 350 mila persone coinvolte, 90 mila cittadini a cui fare check up clinici.

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