Vaccini
Gli scienziati stanno lavorando su vaccini a mRNA per «ogni malattia infettiva immaginabile»
Un ricercatore premio Nobel che ha contribuito alla tecnologia mRNA ha affermato che la piattaforma di terapia genica è in fase di studio per «ogni malattia infettiva immaginabile», sollevando preoccupazioni per la salute dovute ai pericoli delle iniezioni di mRNA.
Il dottor Drew Weissmann della PennMedicine, insignito congiuntamente con la dottoressa Katalin Karikó del premio Nobel per la medicina 2023 per il suo contributo alla tecnologia mRNA modificata dei sieri COVID di Pfizer e Moderna, ha dichiarato in merito a questa tecnologia che «stiamo lavorando su ogni malattia infettiva immaginabile».
L’azienda farmaceutica Moderna (il cui nome significa esattamente «Modo RNA»), che ha prodotto una delle iniezioni a mRNA contro il COVID più utilizzate e, secondo Open VAERS, la più letale, sta ora lavorando a una serie di vaccini mRNA per l’influenza, il virus respiratorio sinciziale, le nuove varianti del COVID, l’HIV, l’EBV, la malattia di Lyme, il vaiolo delle scimmie e molti altri virus e malattie, tra cui il cancro. In un cortocircuito che troppo pochi trovano imbarazzante, è emerso che Moderna sta lavorando pure ad un vaccino mRNA per gli infarti – mentre la popolazione ipotizza la correlazione tra la sierizzazione genica sperimentale e l’ascesa delle miocarditi in tutte le nazioni vaccinati, in ispecie tra i giovani.
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PennMedicine ha inoltre elencato un’ampia gamma di malattie per le quali si stanno studiando o sviluppando iniezioni di mRNA, tra cui «tutti i coronavirus», l’influenza aviaria, la malaria, le malattie genetiche, gli attacchi di cuore e i disturbi dello sviluppo neurologico.
Ciò è allarmante considerando i pericolosi precedenti delle iniezioni di mRNA. Il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) del governo federale statunitense, che storicamente ha registrato solo una piccola parte dei danni da vaccino, al 28 marzo ha segnalato 38.541 decessi dovuti alle vaccinazioni contro il COVID, un numero di gran lunga superiore a quello registrato per qualsiasi altro vaccino dal 1990. Sono stati inoltre segnalati al VAERS un totale di 1.662.426 eventi avversi dovuti alle vaccinazioni contro il COVID.
I vaccini anti-COVID di Pfizer e Moderna, che hanno rappresentato la maggior parte delle iniezioni, si distinguono dai vaccini tradizionali per la loro tecnologia a mRNA, che non è stata immessa sul mercato prima dell’epidemia di COVID principalmente a causa di problemi di sicurezza. Infatti, a maggio 2020, solo uno dei candidati a mRNA di Moderna aveva superato la fase 1 degli studi clinici.
La testata sanitaria StatNews osservava nel 2016 che i trattamenti a base di mRNA sono «altamente rischiosi» e che «le grandi aziende farmaceutiche avevano tentato un lavoro simile e lo avevano abbandonato perché è estremamente difficile introdurre l’RNA nelle cellule senza innescare effetti collaterali spiacevoli».
«Novartis ha abbandonato il settore correlato dell’interferenza dell’RNA a causa di preoccupazioni sulla tossicità, così come hanno fatto Merck e Roche», ha continuava all’epoca StatNews.
I pericoli delle iniezioni di mRNA sono così ben documentati che finora 11 stati hanno cercato di vietarle.
Si suppone teoricamente che i vaccini anti-COVID a mRNA funzionino iniettando nell’organismo materiale genetico mRNA che istruisce le cellule a produrre un antigene che a sua volta innesca una risposta immunitaria. Nel caso dei vaccini anti-COVID, questo antigene è una proteina spike, a cui molti medici e ricercatori attribuiscono gli effetti tossici dei vaccini a mRNA.
I medici, tra cui il chirurgo e inventore di farmaci antitumorali dottor Patrick Soon-Shiong, hanno spiegato che queste proteine spike sono infiammatorie e si legano ai vasi sanguigni con i recettori ACE-2 presenti in tutto il corpo.
Gli effetti tossici delle proteine spike sembrano essere confermati dagli scienziati della Yale University, che a febbraio hanno pubblicato uno studio che collega la malattia post-vaccinazione COVID («sindrome post-vaccinazione») a diversi biomarcatori, tra cui livelli elevati di proteina spike circolante.
Una delle preoccupazioni relative alla tecnologia mRNA è che sembra produrre antigeni infiammatori che inducono sintomi a tempo indeterminato, almeno nel caso dei vaccini anti-COVID.
Nonostante i pericoli dei «vaccini» a mRNA, essi sono promossi da alcuni degli uomini più influenti d’America, come Larry Ellison, ultramiliardario patron di Oracle, che ha suggerito in un incontro con il neoletto presidente Trump alla Casa Bianca che l’Intelligenza Artificiale potrebbe essere utilizzata per sviluppare rapidamente nuovi vaccini a mRNA personalizzati per i singoli pazienti (è il folle progetto chiamato «Stargate»).
Da notare come sia l’amministrazione Biden che, al momento, quella di Trump hanno impegnato miliardi di dollari per le tecnologie dei vaccini mRNA.
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Come scritto da Renovatio 21 ancora quattro anni fa, ogni vaccino diverrà un vaccino mRNA. La pandemia è un cambiamento di paradigma: per l’economia, per la società, per la politica, per l’antropologia umana, nonché per la tecnologia sanitaria e la bioetica ivi compresa.
Pur non avendo riscontri scientifici, l’mRNA è stato incredibilmente accettato non solo dalla comunità scientifica, dalla classe medica, e dagli enti regolatori sanitari, ma anche dai politici e dalla maggioranza della popolazione mondiale.
L’mRNA, insomma, è una tecnologia simil-onnipotente. La qualcosa, da un punto di vista della potenza di alterazione genetica, potrebbe perfino essere vera.
«È idiota pensare che, dopo la gloriosa vittoria sul COVID e la conquista del regno limitrofo del vaccino influenzale, la tecnologia mRNA non verrà impiegata per ogni altra malattia per cui esiste la prevenzione vaccinale» scriveve all’epoca Renovatio 21. «La riscrittura biomolecolare della vita è un metodo che apre alla possibilità di curare, in realtà, praticamente tutto».
Mentre qualcuno comincia ad ipotizzare che un vaccino mRNA potrebbe cagionare la fine dell’intera razza umana.
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