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Gli anglosassoni non sono mai esistiti: nuovo insegnamento dell’Università di Cambridge

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L’Università di Cambridge sta insegnando agli studenti che gli anglosassoni non sono mai esistiti come gruppo etnico distinto.

 

La decisione del Dipartimento di storia anglosassone, norrena e celtica (ASNC) è stata presa nel tentativo di «smantellare i miti» del nazionalismo inglese, ha riferito il quotidiano britannico Telegraph.

 

Il Dipartimento ASNC di Cambridge cercherà di «smantellare le basi dei miti del nazionalismo – che ci sia mai stato un popolo “britannico”, “inglese”, “scozzese”, “gallese” o “irlandese” con un’identità etnica coerente e antica – mostrando agli studenti quanto queste identità siano costruite e contingenti e siano sempre state», ha riferito il quotidiano britannico, citando notizie provenienti dall’antica università.

 

I docenti cantabrigensi «ora istruiranno i loro studenti che “gli anglosassoni non sono reali”», riassume il National Review.

 

Denigrando l’idea di una distinta identità anglosassone, l’università ha affermato di voler rendere il suo insegnamento più «antirazzista».

 

La controversia sul termine “anglosassone” è iniziata nel 2019, quando l’accademica canadese Mary Rambaran-Olm si è dimessa dalla International Society of Anglosaxonists  («Società Internazionale degli Anglosassonisti»= a causa del «biancore intrinseco» del campo. La Rambaran-Olm, che non è bianca, ha continuato a scrivere che «il mito anglosassone perpetua una falsa idea di cosa significhi essere “nativo della Gran Bretagna” e che il termine è “storicamente impreciso”».

La società ha quindi cambiato il suo nome in International Society for the Study of Early Medieval England (Società internazionale per lo studio dell’Inghilterra del primo Medioevo), tuttavia alcuni accademici si sono infuriati, descrivendo la controversia come un tentativo di imporre la politica dell’identità razziale americana a un campo di studio britannico.

 

«Le condizioni in cui si incontra il termine, e come viene percepito, sono molto diverse negli Stati Uniti da altrove», hanno scritto 70 storici in una lettera aperta nel 2020.

 

Storicamente, il periodo anglosassone denota il periodo compreso tra il 450 e il 1066 d.C. circa. Durante questo periodo, i popoli germanici – Angli, Sassoni e Juti – arrivarono in Gran Bretagna e stabilirono regni che furono consolidati nel Regno d’Inghilterra da Athelstan del Wessex nel 927. Questo periodo vide lo sviluppo della prima iterazione della lingua inglese e della creazione di poemi epici come il Beowulf.

 

Gli anglosassoni furono così influenti sulla moderna cultura britannica e americana che francesi e russi usano il termine come scorciatoia per le élite di lingua inglese su entrambe le sponde dell’Atlantico.

 

Di fatto gli «anglosassoni» sono ora spesso denigrati da Medvedev e Lavrov nelle loro tirate contro l’Occidente. Non è chiaro se i due alti funzionari russi, tuttavia, preferirebbero che gli anglosassoni mai sono esistiti come insegna ora la prestigiosa università inglese (fino a che punto ci sarà concesso dire «inglese», non lo sappiamo: allora ne approfittiamo).

 

Non è la prima perla che Cambridge, ateneo fondato nel 1209, ci regala in questi mesi. Sei mesi fa un ricercatore parlò in una conferenza pubblica del «corpo trans» di Gesù, le cui ferite avrebbero avuto significato sessuale, anzi transessuale. Qualcuno protestò, ma lo studioso fu tosto subito difeso dal rettore cantabrigense.

 

 

 

 

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