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Giovanni Paolo I, Papa del Vaticano II

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La beatificazione di Giovanni Paolo I, il 4 settembre 2022, ha rafforzato l’impressione che Francesco voglia canonizzare tutti i papi del Concilio e, con loro, lo stesso Vaticano II.

 

 

Nell’omelia, il Sommo Pontefice ha salutato l’eredità del suo predecessore, quella di «una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo».

 

– Questo «risentimento», questa «rabbia», questa «insofferenza», questo atteggiamento «arcigno» e questa «nostalgia del passato» prendono sempre di mira, nelle parole di Francesco, i sacerdoti e i fedeli legati alla Tradizione.

 

In un’intervista concessa a Camille Dalmas dell’agenzia romana I.Media, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha insistito nel sottolineare la fedeltà di Giovanni Paolo I, che regnò solo 34 giorni, alla dottrina promossa dal Vaticano II.

 

Alla domanda: «Quali sono i grandi insegnamenti che traete da questo pontificato?», risponde l’alto prelato: «L’insegnamento principale era quello del Concilio. Fu un uomo del Concilio e cercò proprio di tradurre in vita pastorale l’insegnamento del Concilio».

 

E per mostrare una somiglianza, fondamentale ai suoi occhi, tra Giovanni Paolo I e Francesco, aggiunge: «I due papi hanno delle affinità. Papa Francesco è, come il suo predecessore, molto attento alla semplicità. Hanno grandi capacità comunicative. Luciani era un grande comunicatore. Condividono anche il desiderio di continuare l’eredità del Concilio Vaticano II. In quest’ultimo punto vedrei la loro fondamentale affinità».

 

Alla domanda: «Nel suo messaggio Urbi et Orbi del 27 agosto 1978, Giovanni Paolo I descrive i suoi sei desideri per la Chiesa: la continuazione del Concilio Vaticano II, il mantenimento della disciplina all’interno della Chiesa, l’evangelizzazione, l’ecumenismo, la dialogo e pace. Ha tracciato una rotta con questo discorso per i suoi successori?», il cardinale Parolin dà una risposta che mette in luce le rapidissime beatificazioni e canonizzazioni dei papi postconciliari.

 

Giovanni Paolo I è stato così beatificato solo 44 anni dopo la sua prematura scomparsa: «Sì, ha detto, questa è la linea che tutti i pontefici hanno seguito. Questo passaggio fu particolarmente importante per Albino Luciani, in quanto immediato successore di Paolo VI, che aveva chiuso il Concilio e avviato la fase della sua attuazione».

 

«Una fase che considerava più facile e che si è rivelata più complessa. La scelta stessa del nome di Giovanni Paolo, quello dei due Papi del Concilio, è significativa. Giovanni XXIII lo fece vescovo e Paolo VI cardinale, ma la scelta di questo nome fu soprattutto legata al proseguimento del Concilio».

 

«E su questo punto ha dato un orientamento al suo successore, e credo che sia Giovanni Paolo II che papa Francesco abbiano ripreso questi sei punti programmatici per integrare in profondità e con forza le scelte del Concilio».

 

Gliene diamo atto!

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news

 

 

 

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