Intelligence
Giornale londinese ipotizza l’assassinio di Putin
Il quotidiano londinese Daily Express ha pubblicato un articolo intitolato «Vladimir Putin è “un morto che cammina”»
Il pezzo dal titolo inquietante veniva stampato nelle ore in cui Mosca chiariva che i colloqui di pace di Istanbul erano udan considerare seriamente.
«Si stanno moltiplicando le speculazioni sul fatto che la presa del potere del leader russo Vladimir Putin possa indebolirsi, con gli esperti che prevedono che il suo regno potrebbe concludersi con un assassinio a causa del disastroso conflitto in Ucraina» scrive l’articolo. «Gli osservatori hanno notato che la notevole riluttanza di Putin a interagire direttamente con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj, soprattutto per i colloqui di pace in Turchia, sottolinea le sue apparenti preoccupazioni».
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«L’Intelligence occidentale ora considera il potenziale tentativo di assassinio di Putin non solo come una voce, ma come una minaccia imminente» continua il pezzo che raccoglierebbe il parere di «esperti» del settore. Ma chi sono questi osservatori ed esperti di intelligence?
Il colonnello Hamish de Bretton-Gordon, ex comandante del Reggimento Congiunto Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare britannico (in pratica l’omologo del russo Igor Kirillov, effettivamente ucciso in un attentato lo scorso dicembre), spiega che «ci sono analisti, persone che ne sanno più di me, che credono che Putin sia ormai un morto che cammina, una forza esaurita la cui guerra in Ucraina ne decreterà la fine».
Il motivo per cui non si è presentato a Istanbul è che crede di «poter essere in pericolo o essere arrestato per crimini di guerra». «Putin non può continuare a guadagnare tempo e il suo bluff è stato brillantemente smascherato dalla sfida di Zelensky di incontrarlo di persona in Turchia».
Bruce Jones, citato come uno dei massimi esperti di Intelligence e dinamiche militari russe, ha osservato che «in Russia le cose non finiscono mai democraticamente e la situazione è brutta per Putin. Ha fatto uccidere persone per anni e alcuni dei suoi militari sono già stati trattati in questo modo: sa come vanno queste cose per un leader a Mosca che non prende buone decisioni. Quindi probabilmente ha ragione a essere paranoico».
Il colonnello Richard Kemp, ex comandante delle forze britanniche in Afghanistan, ha offerto una visione più pragmatica: «ci sono molte persone che vorrebbero che Putin venisse eliminato. Ma il suo sistema di sicurezza è così stretto che ci si chiede seriamente se ciò sia fattibile e credo che per il momento sia improbabile.
EIRN riporta anche le parole di un ex ufficiale dell’intelligence britannica, il cui nome non è stato reso noto, che ha dichiarato al Mirro che «Putin è una persona molto menomata. Ma ci sono dubbi sul fatto che la sua morte possa servire a qualcosa».
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Lo sminuire il presidente Putin, magari inventandosi cicliche malattie degenerative e mortali immaginarie, è oramai una chiara skill delle stampa (e quindi probabilmente dell’Intelligence) britannica.
La volontà di etichettare come patologico la condizione del presidente russo ha portato tre anni fa all’indecenza giornalistica della «rabbia di Roid»: i giornali londinesi avevano scritto che Putin soffriva di «roid rage», fenomeno aneddotico che riguarderebbe il comportamento talvolta iroso di chi assume steroidi (abbreviati in inglese nella parola «roid»). I giornalisti italiani riportarono invece di una inaudita «rabbia di Roid», come se «roid» fosse un eminente scienziato che ha dato il nome alla sindrome, come Down, Alzheimer, Cushing, etc.
Come riportato da Renovatio 21, non sono mancate anche storie gustose sull’uso da parte di Putin di un sosia.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine ingrandita.