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Generale USA: Pechino non ha ora le capacità e l’intenzione d’invadere Taiwan

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Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa USA, nel breve e medio termine non vi è il pericolo di un attacco cinese contro l’isola. In marzo il capo delle forze statunitensi nell’Indo-Pacifico aveva detto che la Cina potrebbe tentare la riconquista entro sei anni. Biden sarebbe pronto a incontrare Xi Jinping.

La Cina non ha al momento le capacità militari e l’intenzione d’invadere Taiwan. Lo ha dichiarato  in un’udienza al Congresso il generale Mark Milley, capo di Stato maggiore della Difesa USA. Secondo l’alto ufficiale, la riunificazione con l’isola rimane un interesse primario della leadership cinese; Pechino è però consapevole di non avere ancora un potenziale militare tale da occupare l’intero territorio taiwanese.

 

La Cina non ha al momento le capacità militari e l’intenzione d’invadere Taiwan. Lo ha dichiarato  in un’udienza al Congresso il generale Mark Milley, capo di Stato maggiore della Difesa USA

Milley sostiene che nel breve e medio termine non vi sia il pericolo d’invasione. Le sue parole stridono con quelle pronunciate in marzo dall’ammiraglio Phil Davidson, all’epoca alla guida del Comando Usa dell’Indo-Pacifico. Davidson aveva detto che i cinesi potrebbero tentare di riprendersi l’isola entro i prossimi sei anni.

 

Pechino considera Taiwan una «provincia ribelle», e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

 

Il Pentagono non sembra dunque troppo preoccupato dall’intensificarsi delle operazioni aeree cinesi nei cieli di Taiwan. Ieri sette velivoli militari di Pechino, compresi alcuni jet da combattimento, hanno violato il settore sud-occidentale della zona d’identificazione aerea di Taipei. Il 15 giugno le autorità taiwanesi ne avevano identificati 28: il raid più massiccio dallo scorso settembre, quando l’Esercito popolare di liberazione ha iniziato a moltiplicare le sue sortite aeree nello Stretto di Taiwan.

 

Il Pentagono non sembra dunque troppo preoccupato dall’intensificarsi delle operazioni aeree cinesi nei cieli di Taiwan

Pechino ha affermato che le sue missioni aeree vicino a Taiwan sono una risposta alle interferenze di Paesi straneri che cospirano con il governo di Tsai Ing-wen per l’indipendenza dell’isola.

 

In base al Taiwan Relations Act, gli Stati Uniti sono impegnati a difendere l’isola. Adottato nel 1979 dopo il formale riconoscimento diplomatico della Cina comunista, il provvedimento non specifica l’effettiva natura dell’impegno di Washington: una “ambiguità strategica” che produce continue tensioni con Pechino.

 

Repubblicani e democratici al Congresso stanno mettendo appunto ulteriori misure per rafforzare il sostegno degli Stati Uniti a Taipei.

La Casa Bianca considera la possibilità di organizzare un incontro fra il presidente e il suo omologo cinese Xi Jinping

 

Nel frattempo Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden, ha detto ieri che la Casa Bianca considera la possibilità di organizzare un incontro fra il presidente e il suo omologo cinese Xi Jinping. Il vertice potrebbe avvenire per telefono, oppure ai margini della riunione del G20 in Italia a ottobre.

 

 

 

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