Cina

Gazprom annuncia che la Russia diventerà il principale fornitore di gas della Cina

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Come previsto, la Russia esportatrice di gas sta sostituendo il cliente europeo con quello cinese.

 

Il vicedirettore del dipartimento di strategia di Gazprom, Kirill Polous, ha dichiarato il 13 settembre che «tenendo conto del contratto precedentemente firmato per la fornitura di gas nell’ambito del progetto Power of Siberia, i volumi totali contrattati ammontano a 48 miliardi di metri cubi [comprese le consegne dall’Estremo Oriente russo]».

 

«Con un alto grado di probabilità, dopo aver raggiunto il volume specificato di esportazioni, la Russia potrebbe diventare il più grande fornitore di gas alla Cina», ha affermato Polous durante la discussione al Forum internazionale del gas di San Pietroburgo.

 

«Durante l’Eastern Economic Forum [l’evento tenutosi a Vladivostoki dal 5 all’8 settembre, ndr], è stato raggiunto un accordo per trasferire in rubli e yuan il pagamento delle forniture di gas tramite il gasdotto Power of Siberia. Parliamo di meccanismi di determinazione dei prezzi stabili e assenza di barriere normative per la realizzazione di progetti gas».

 

Come riportato da Renovatio 21, i cinesi stanno rivendendo agli europei il gas russo con una cresta impressionante, facendo fare il giro del mondo alle navi che trasportano il gas che l’Europa avrebbe potuto farsi arrivare velocemente e molto economicamente via gasdotto.

 

Il principale gasdotto russo-tedesco, il Nord Stream, da circa due settimane è completamente chiuso. – e questo nonostante le rimostranze di politici locali e di imprenditori che chiedono invece l’apertura anche del gasdotto gemello Nord Stream 2, ultimato ma mai fatto partire.

 

Nel frattempo, si calcola la distruzione di centinaia di migliaia, se non di milioni, di posti di lavoro.

 

La crisi del gas può innescare un crollo stile Lehman Brothers, forse con proporzioni ed effetti sociali (le persone che moriranno di freddo tra qualche settimana) molto maggiori.

 

Tuttavia, come scrive William F. Engdahl, in un articolo tradotto e pubblicato da Renovatio 21, la crisi del gas potrebbe non essere stata decisa a Mosca, ma a Berlino e Bruxelles.

 

L’idea che si tratti di un deliberato sabotaggio della civiltà svolto dalle stesse élite occidentali prende piede ogni giorno di più.

 

L’obiettivo è la deindustrializzazione, e quindi, di conseguenza, la riduzione della popolazione e la sottomissioni dei sopravvissuti, costretti a qualsiasi cosa pur di avere quel goccio di energia che consente loro di vivere.

 

 

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