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Francia, ordinazioni sacerdotali in netto calo

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La Chiesa in Francia ha iniziato a ordinare i suoi sacerdoti la domenica che precede la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Così, il 25 giugno 2023, 88 sacerdoti hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine, in netto calo rispetto allo scorso anno. I sacerdoti francesi ordinati con il rito tradizionale – complessivamente e nell’arco dell’anno – rappresenteranno circa il 10% dei nuovi sacerdoti.

 

 

Mentre il sole estivo splende su Parigi, il tempo è piuttosto cupo sul lato dell’Avenue de Breteuil. E per una buona ragione: il numero delle ordinazioni sacerdotali per l’anno 2023 è in netto calo rispetto all’anno precedente che ha visto 122 uomini ricevere il sacramento dell’Ordine.

 

Basti pensare che il barometro non promette bene alla sede della Conferenza episcopale francese (CEF) che da 10 anni non vedeva un dato così basso. Anche sommando sacerdoti «religiosi» e «diocesani», i numeri sono ancora deboli.

 

Si tratta di una penuria preoccupante, che deve portare a scelte difficili. Del resto, un comunicato dei presuli francesi non cerca di nasconderlo:

 

«La questione del ministero sacerdotale, e in particolare del ruolo e della missione del sacerdote di fronte alle sfide che la Chiesa in Francia deve affrontare oggi [spopolamento dei territori rurali, nuovi canali di evangelizzazione – digitale in particolare, secolarizzazione della società francese…] sarà all’ordine del giorno dell’incontro dei seminaristi francesi, che si terrà dall’1 al 3 dicembre a Parigi».

 

Così – e questo è forse l’esempio più eclatante – c’erano solo cinque diaconi, prostrati nel coro della chiesa di Saint-Sulpice, la procattedrale parigina, prima di diventare sacerdoti per l’eternità. È tutto un simbolo di declino. Parlando solo dei nuovi sacerdoti diocesani, tra il 2000 e il 2010, sono stati ordinati circa un centinaio all’anno; e il decennio successivo, circa 80; e poi 81 nel 2020, 79 nel 2021, 77 nel 2022 e 52 nel 2023.

 

Non si tratta però di cedere alla via facile: «L’abolizione del celibato non risolverebbe la questione, anzi, questa scelta è ponderata. Le vocazioni sono poche ma ogni esempio è straordinario, che testimonianza! Non è quindi solo una questione di numeri», insiste padre Thomas Poussier, rettore del seminario di Aix-en-Provence in cui si stanno formando 23 seminaristi di sei diocesi.

 

Tuttavia, una facile opzione consisterebbe nel rassegnarsi alla secolarizzazione che ha già ampiamente rimodellato la società francese, senza riconoscere che la Chiesa non ha saputo opporsi a questo movimento disastroso. Non ha difeso vigorosamente i valori cristiani dall’essere indeboliti dalle ideologie moderne.

 

Come scrive il saggista Patrick Buisson in La fin d’un monde: «La fiducia che si dà a una religione è la permanenza della fermezza. Quando ce ne distacchiamo, subisce un declino». Ed è quello che è successo in Francia e altrove, sulla scia del Concilio Vaticano II. Non si tratta di flagellarsi guardando al passato, ma di individuare gli errori commessi per applicare finalmente i veri rimedi, che non sono quelli attualmente proposti dai cantori della sinodalità.

 

Nel 2023 in Francia, circa il 10% dei sacerdoti francesi sarà ordinato nel rito tradizionale, una percentuale che sta crescendo lentamente, ma che è ancora troppo bassa per mostrare trionfalismo.

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

Immagine di Calips via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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