Persecuzioni
Forzato il segreto confessionale: la Giustizia USA contro lo Stato di Washington
Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) ha annunciato in un comunicato stampa del 23 giugno che sta cercando di intraprendere un’azione legale contro lo Stato di Washington per aver promulgato una legge che «viola il libero esercizio della religione per tutti i cattolici e richiede ai sacerdoti cattolici di violare il sigillo di riservatezza della Confessione».
Il governatore democratico di Washington Bob Ferguson, cattolico dichiarato, ha firmato il disegno di legge il 3 maggio, definendolo «piuttosto semplice» in un’intervista con l’emittente KXL.
«Mio zio è stato un prete gesuita per molti anni, io stesso mi sono confessato, quindi ho molta familiarità con la questione», ha detto Ferguson, aggiungendo: «ho ritenuto che si trattasse di una legge importante e che la protezione dei bambini fosse la priorità assoluta».
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Tuttavia, Ferguson non comprende il Sigillo della Confessione e le conseguenze che ne deriverebbero se un sacerdote lo violasse. Il Catechismo 1467 proibisce severamente a qualsiasi sacerdote di rivelare i peccati pronunciati in segreto dal penitente «senza eccezioni».
«Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle persone, la Chiesa dichiara che ogni sacerdote che ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i suoi penitenti gli hanno confessato.71 Non gli è lecito parlare neppure di quanto viene a conoscere, attraverso la confessione, della vita dei penitenti. Questo segreto, che non ammette eccezioni, si chiama il “sigillo sacramentale”, poiché ciò che il penitente ha manifestato al sacerdote rimane “sigillato” dal sacramento».
Cattolici e ortodossi hanno espresso la loro opposizione alla legge, sostenendo che rispettarla sarebbe in aperta contraddizione con il loro stato sacerdotale. Molte chiese ortodosse della regione si sono unite ai cattolici nella loro causa , intentata il 16 giugno. La causa cita la comune comprensione del sigillo sacramentale come principale motivo dell’ingiunzione.
«Violare questo obbligo religioso obbligatorio costituisce un crimine canonico e un peccato grave, con gravi conseguenze per il sacerdote colpevole, tra cui la rimozione dal sacerdozio», si legge nella denuncia.
Il procuratore generale aggiunto Harmeet K. Dhillon della divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia ha affermato in merito al disegno di legge: «le leggi che prendono di mira esplicitamente pratiche religiose come il sacramento della confessione nella Chiesa cattolica non hanno posto nella nostra società».
Come riportato da Renovatio 21, il segreto confessionale è minacciato in varie parti del mondo, dallo Stato americano del Delaware a Hong Kong ora sotto il tallone della Cina comunista.
In Australia tre anni fa è entrata in vigore, sempre con la scusa della pedofilia, una legge contro il segreto confessionale.
Si tratta di un fronte ben definito di attacco alla religione cristiana, contro la quale la persecuzione è presente in ogni terra dove vige lo Stato moderno.
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