Scienza
Forma di vita rianimata e fatta riprodurre dopo 46.000 anni nel permafrost
Scienziati in Russia hanno rianimato con successo un nematode femmina che giaceva dormiente in Siberia per 46.000 anni. Il verme è rimasto in un’animazione sospesa per decine di migliaia di anni in più rispetto a qualsiasi esemplare studiato fino ad oggi e ha iniziato ad avere bambini una volta scongelato.
Il verme in questione, una specie precedentemente sconosciuta di nematode del suolo, è stato trovato in un campione di suolo vicino al remoto insediamento di Chersky nella Siberia nord-orientale, ha scritto la ricercatrice dell’Accademia russa delle scienze Anastasia Shatilovich sull’attuale rivista PLOS Genetics. Preso da 40 metri sotto la superficie dove il suolo non si era scongelato dal tardo Pleistocene, tra 45.839 e 47.769 anni fa.
Il team di Shatilovich è riuscito a far rivivere il nematode, che poi ha iniziato a riprodursi attraverso un processo chiamato partenogenesi, che non richiede un individuo maschio.
Sebbene gli scienziati sappiano da tempo che alcune specie possono sopravvivere essenzialmente all’infinito spegnendo il loro metabolismo, in precedenza erano stati in grado di far rivivere solo i nematodi del suolo congelati per diverse decine di anni. Gli sforzi per far rivivere altre specie si sono dimostrati più efficaci, con il precedente record stabilito nel 2021, quando antichi rotiferi bdelloidi, microscopici animali multicellulari, sono stati resuscitati dopo 24.000 anni nel permafrost siberiano.
Il nematode nel frattempo è morto, ma la Shatilovich e il suo team hanno allevato 100 generazioni dalla sua progenie.
«Adattandosi per far fronte a condizioni estreme, come il permafrost, per brevi periodi di tempo, i nematodi potrebbero aver acquisito il potenziale per rimanere dormienti su scale temporali geologiche», si legge in un annuncio di PLOS Genetics.
Il paesaggio ghiacciato della Siberia ospita anche un numero imprecisato di virus antichi, uno dei quali l’anno scorso un team di ricercatori è riuscito a far rivivere dopo 48.500 anni. Autorità russe hanno avvertito che il continuo disgelo del permafrost causato dai cambiamenti climatici potrebbe scatenare questi agenti patogeni dormienti nel mondo.
Il terreno in disgelo che è stato profondamente congelato per secoli o addirittura millenni potrebbe ancora contenere «alcune spore vitali di batteri e virus “zombie”», aveva dichiarato nel 2021 Nikolay Korchunov, un alto rappresentante russo presso il Consiglio Artico.
La genetica per cui il nematode sia riuscito a sopravvivere criogenizzato per diecine di millenni, tuttavia, potrebbe avere un sinistro valore per quanti credono che da batteri ed altre forme di vita microscopica gli esseri umani potrebbero trarre per loro stessi capacità superiori per tramite della bioingegneria, ibridando cioè il DNA umano con quello di altre creature.
Come riportato da Renovatio 21, l’idea è emersa recentemente riguardo alla scoperta da parte di scienziati cinesi di un batterio particolarmente resistente alle radiazioni, il cui «superpotere» potrebbe essere «estratto» geneticamente per creare supersoldati dell’Esercito di Liberazione del Popolo pronti a servire con efficacia superiore in una guerra termonucleare globale.