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Fine dell’Impero britannico, in poesia

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L’ex ambasciatore del Regno Unito  Craig Murray ha pubblicato un articolo sul suo sito web il 6 luglio, intitolato «La morte dello Stato imperiale britannico».

 

«Tutti gli imperi finiscono nell’ignominia. Il Regno Unito sta volgendo al termine, non con il botto ma con una scoreggia» scrive il diplomatico, modificando aerofagicamente un verso della poesia di T.S. Eliot Gli uomini vuoti.

 

Murray si concentra sul caso assurdo della caduta del governo Johnson, finito per le innumeri porcherie di questi anni (lockdown, frontiere colobrodo, accensione della guerra europea) ma per uno scandalo sessuale di terza mano.

 

«Tra un secolo, la narrativa storica dominante sarà cinese, e gli storici cinesi si confonderanno su come Boris Johnson sia caduto su una bugia su ciò che sapeva delle molestie sessuali da parte di un membro molto giovane del suo governo. Verranno scritti documenti appresi per verificare se questa sia stata veramente la causa o se la sottostante crisi socioeconomica causata dall’inflazione e dalla Brexit sia stata il vero fattore determinante».

 

«Saranno scritti libri (o il loro equivalente tecnologico) cinesi sulla crisi del neoliberismo e su come la società occidentale abbia raggiunto livelli insostenibili di concentrazione del capitale e disuguaglianza di ricchezza» osserva Murray, già rettore dell’Università di Dundee.

 

«Il neoliberismo è riuscito a distruggere i valori della società, nella misura in cui il comportamento antisociale e persino sociopatico non appare più peculiare».

 

«In una società in cui l’autorità condona e costruisce un sistema per consentire fortune personali di 200 miliardi di dollari o più mentre milioni di bambini nello stesso Paese sono veramente affamati e mal ospitati, quali valori la struttura socio-politica dice alle persone di avere?»

 

Riguardo al Boris Johnson, l’ex ambasciatore in Uzbekistan afferma ironicamente: «Mentre il potere militare, economico e politico del Regno Unito è crollato, anche i suoi costumi politici sono crollati, sia nel bene che nel male. Johnson non è che una deiezione [in originale, turd, ndr] vomitata in cima alla fogna zampillante del declino britannico».

 

Dichiarando che il Regno Unito si sta disgregando, con probabile indipendenza scozzese, riunificazione irlandese e persino indipendenza gallese, Murray conclude: «Il Regno Unito è in subbuglio socio-politico dal 2016 e ora sta entrando in una profonda crisi economica. Questi stessi giorni sono il tempo della fine del Regno Unito. Rallegratevi!»

 

Infine, la poesia prende il sopravvento. «Lascerò l’ultima parola a quel grande radicale Percy Bysshe Shelley». Segue il sonetto dello Shelley (1792-1822) , Ozymandias, dal nome greco del faraone egizio Ramesse II.

 

 

Incontrai un viandante di una terra dell’antichità,
Che diceva: «Due enormi gambe di pietra stroncate
Stanno imponenti nel deserto… Nella sabbia, non lungi di là,
Mezzo viso sprofondato e sfranto, e la sua fronte,
E le rugose labbra, e il sogghigno di fredda autorità,
Tramandano che lo scultore di ben conoscere quelle passioni rivelava,
Che ancor sopravvivono, stampate senza vita su queste pietre,
Alla mano che le plasmava, e al sentimento che le alimentava:
E sul piedistallo, queste parole cesellate:
“Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!”
Null’altro rimane. Intorno alle rovine
Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine».

 

 

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